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Gino
Sabatini Odoardi
"A boccaperta"
a cura di Maria Francesca Zeuli
inaugurazione
7 giugno ore 18,30
7 giugno 2002 - 27 giugno 2002
Il 7 giugno 2002
alle ore 18:30 presso il Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell'Università
di Roma "La Sapienza" si inaugurerà "A boccaperta",
mostra personale di Gino Sabatini Odoardi; il titolo, promessa di sorprese
destabilizzanti, è un omaggio a Carmelo Bene. Gino Sabatini Odoardi
è uno sperimentatore di linguaggi, un sovvertitore dei comodi
automatici meccanismi del pensiero, un artista difficile da imbrigliare
in definizioni, perché si avvale di progettualità concettuale
e di estetica pittorica per contraddire, destabilizzare e scardinare
l'ordinario e generare, così, una considerazione che giunga al
senso profondo di ciò che ci circonda. La sfida alle più
naturali leggi fisiche, che si concretizza nel vino misteriosamente
bloccato in obliquo nei bicchieri di vetro di Impossibilità espresse
, serie di opere che accompagna l'artista nel suo lavoro dal 1982 al
2001, si carica oggi di una forte volontà di denuncia e di lotta
alla banalità del quotidiano, che stimoli il senso critico degli
individui: dunque, le leggi da scardinare e demistificare divengono
i luoghi comuni.
L'artista presenterà un'installazione dal titolo Si beve tutto
ciò che si scrive, costituita da più di duecento bicchieri
di vetro contenenti differenti quantità di inchiostro nero, posti
su delle piccole mensole sporgenti dal muro e disposte a diversi livelli
in ordine asimmetrico: da lontano una costellazione di punti bui "bucano"
la luminosità della parete bianca
un firmamento invertito,
come invertito dalle coscienze critiche dei singoli deve essere il luogo
comune recitato nel titolo dell'opera e ribadito dal fluire liquido
di parole questa volta "da bere" per non essere più
manipolati:
"siscrivetuttociòchesivedesivedetuttociòchesicredesicredetuttociòche
sibevesibevetuttociòchesiscrive".
La mostra, curata da Maria Francesca Zeuli, è proposta nell'ambito
del Dottorato di Ricerca "Arte di Confine" e dei relativi
corsi sperimentali di Stage/Master in Cura Critica ed Installazione
Museale, voluti dal direttore del Museo Simonetta Lux, e realizzati
del curatore del MLAC Domenico Scudero.
Orari di apertura: lunedì - venerdì 10 - 20.
Info: muslab@uniroma1.it tel.fax
06 4991 0365.
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A
boccaperta
Si beve tutto ciò che si scrive
7 giugno - 27 giugno 2002
testo di Maria
Francesca Zeuli
"A boccaperta":
un titolo che suggerisce un'idea di sorpresa positiva o negativa, una
speranza di segnale che colpisca, un riferimento al titolo di uno scritto
di Carmelo Bene, che si fa omaggio ad un artista di grande genialità
concettuale e creativa, rivoluzionario sovvertitore del teatro e dei
linguaggi, tra le più importanti figure di riflessione per Gino
Sabatini Odoardi; e ancora allusione ad uno stato di fatto di "imbambolamento"
generalizzato, atteggiamento costante ed inconsapevole che assumiamo
nell'assorbire qualunque informazione e che introduce all'opera vera
e propria di questa esposizione: "Si beve tutto ciò che
si scrive".
L'opera, esposta per la prima volta a Roma, fa parte della serie di
lavori dell'ultima fase del percorso artistico di Sabatini Odoardi,
legati da un'impronta unificante: il luogo comune.
Il luogo comune è rassicurante, perché di facile comprensione,
è immediatamente coinvolgente, in quanto ne siamo tutti permeati
ed in grado di riconoscerci in esso, è un dolce e potente narcotico
del pensiero individuale che si lascia annullare nelle globali superficialità
Gino Sabatini Odoardi lo contesta fortemente, lo incrina nella sua disarmante
semplicità con una volontà destabilizzante che vuole coinvolgere
non attraverso una comoda e passiva immedesimazione anestetizzante,
ma tramite una scossa alle coscienze critiche, perché demistifichino
e smontino quegli automatismi che non ci permettono di cogliere lucidamente
le manipolazioni alle quali siamo sottoposti quotidianamente.
Circa duecento bicchieri di vetro contenenti inchiostro nero si dispongono
in ordine sparso sulla parete: contenitori e contenuti concreti sospesi
in uno spazio tutto mentale, smaterializzato dalla luminosità
del bianco di pareti e mensole.
L'inchiostro, a
diversi livelli contenuto nei bicchieri, o trattenuto dai bicchieri,
concentra, tra le trasparenti ma solide pareti di vetro, il liquido
fluire di parole di eventuali testi, articoli, pensieri, motti, luoghi
comuni, ideologie.
L'aderenza dell'artista alle problematiche dell'oggi si coglie anche
nella scelta precipua, che tra l'altro lo caratterizza, di bicchieri
della quotidianità: il concettuale si incarna nell'oggetto consueto,
familiare a tutti (sconvolgente scoperta di Duchamp) ed è proprio
questa familiarità che veicola con forza non traumatica, ma non
per questo meno profonda, incidente ed efficace, la riflessione ironica
e radicale di Gino Sabatini Odoardi in quest'opera particolarmente manifesta:
"siamo quello che leggiamo" è un luogo comune? Allora
infrangiamolo, scardiniamolo, stando attenti a leggere ciò che
veramente può far crescere o vagliando criticamente i pensieri
insiti nelle parole che da ogni parte ci assediano. Ecco l'indicazione
precisa e, nello stesso tempo, la denuncia che Sabatini Odoardi lancia
per far leva sulle coscienze critiche individuali e risvegliarle.
Infine un segno discreto per chi vuole approfondire una riflessione
che cerchi una sussurrata ma significativa chiave di lettura: bianco
su bianco, parole poste fluidamente l'una di seguito all'altra, senza
spazi, senza pause, parole da bere per non berne passivamente delle
altre, quelle del mondo, quelle che lo circondano, quelle che ci circondano,
concetti in questo caso da interiorizzare, però con cognizione
personale e autonoma.
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