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il museo laboratorio d'arte contemporanea

pubblicazioni / Collana ArtisticaMente

15. Adalberto Mecarelli, Sguardi, a cura di Domenico Scudero.
collana Artisticamente. Documenti, Lithos 2003
63 p., ill. b/n e colori; 21 cm
ISBN 88-86584-85-7

Strutturato come un libro d'artista, questa pubblicazione ha accompagnato la mostra di Adalberto Mecarelli svoltasi nel febbraio 2003 al MLAC. Primissimi piani di volti in bianco e nero, stand still dal video Respiro, sono accostati a uniformi campiture colorate, o a forme geometriche, cerchi e quadrati, distinti dallo sfondo che li incornicia attraverso variate modulazioni chiaroscurali. Essenziali e tautologiche didascalie interrompono a volte la sequenza di immagini interponendo una definizione concettuale delle stesse: "rosso, nero, blu, rosso", "un cono, quattro piramidi".
Luce e ombra sono indagate nella loro essenza percettiva dall'artista, formatosi negli anni Sessanta nell'area artistica romana e residente a Parigi dal 1968. L'opera di Mecarelli definisce uno stretto rapporto con lo spazio nel quale si colloca, trasformandolo in un campo reattivo: in esso la luce può manifestare ovvero oscurare il visibile, mentre l'ombra si rivela alla luce del fenomeno.
Accompagnano le immagini due testi critici, Il Sensibile in Adalberto Mecarelli di Pietro D'Oriano e Adalberto Mecarelli di Domenico Scudero. Una riflessione sull'aporia che si individua nel lavoro di Mecarelli è lo scritto di Pietro D'Oriano, che colloca l'artista sul crinale che divide il mondo della datità, solitamente riferito all'arte, dal mondo della matematica e dal suo fondarsi su quantità o figure quantificabili. "Qu'est-ce que c'est cette peinture dont le modèle n'existe nulle part?": l'interrogativo di Pascal fornisce lo spunto per una possibile interpretazione dell'opera di Mecarelli. Insistendo sull'aspetto scultoreo di questi lavori Domenico Scudero nota la vicinanza con le ricerche neoplastiche del costruttivismo geometrico e razionale. Lo spazio espositivo, afferma Scudero, diventa per Mecarelli una grande camera oscura dove la luce attua la sua funzione divinatoria, corrode e rivela le forme lasciandone una leggera traccia.
Emanuela Termine