|
il
museo laboratorio d'arte contemporanea
pubblicazioni / Collana ArtisticaMente
|
16. Sergio Lombardo, L'avanguardia difficile..
collana Artisticamente. Saggi, Lithos 2004
143 p., [8] c. di tav. b/n e colori; 21 cm
ISBN 88-86584-86-5 |
Un'antologia
di articoli e testi critici scritti e pubblicati fra il 1975 e
il 2002 da Sergio Lombardo, artista e psicologo, protagonista
della Nuova Scuola Romana ed esponente di punta delle ricerche
d'avanguardia fin dagli anni Sessanta. Di carattere giornalistico
e non strettamente teorico, questi scritti ripercorrono il clima
e le istanze di quel momento storico, definendo alcune categorie
critiche che consentono di spiegare quegli eventi artistici alla
luce di una rigorosa idea di ricerca. Attraverso la distinzione
di avanguardia e primitivismo, due mondi teorici inconciliabili
ma spesso conviventi nell'operato di alcune correnti, l'autore
analizza la storia delle tendenze artistiche italiane sulla base
di questa opposizione: all'artista sciamano, personificazione
dell'istinto primordiale e alchemico fautore di un ritorno all'innocenza
perduta, Lombardo contrappone l'artista ricercatore, proteso a
un futuro di sperimentazione e analisi scientifica dell'esperienza
artistica. Coerente a questi propositi, nella seconda metà
degli anni Sessanta Lombardo prende le distanze dalla piega spettacolare
e commerciale presa da certa ricerca artistica, per proseguire
la propria attività all'insegna di un agire razionale e
scientifico: nel 1977 fonda, con Anna Homberg, Domenico Nardone
e Cesare Pietroiusti, l'Istituto Jartrakor, dotato di un autonomo
sistema di informazione e di uno spazio espositivo, ai quali nel
1979 si affianca la «Rivista di Psicologia dell'Arte».
Nato con lo scopo di condurre una ricerca autonoma e indipendente
rispetto alle strutture tradizionali dell'arte, in un contesto
ormai rivolto all'ideologia post-moderna, l'Istituto ha lavorato
alla fondazione di una nuova estetica, denominata da Lombardo
Arte Eventuale.
Nell'interesante intervista che Paola Ferraris rivolge all'autore
(apparsa nel 1990 su «Juliet», n. 46) emergono i fondamentali
nodi teorici dell'Eventualismo: "Le provocazioni futuriste
miravano a innescare eventi imprevedibili; l'Arte Produttivista,
l'Arte Totale, lo Happening, la Performance, il Fluxus avevano
lo stesso fine. Inoltre tutti questi movimenti volevano mettere
la realtà della vita al posto della finzione dell'arte.
Su questa nobile tradizione si situa l'Eventualismo; ma con una
variante radicale: l'utilizzazione del metodo scientifico".
L'elaborazione di un metodo che consenta di "valutare il
grado di coinvolgimento dello spettatore" e "la qualità
estetica di tale coinvolgimento" distingue l'Eventualismo
dalle correnti che si propongono una generica reazione del pubblico.
La misurazione del valore estetico di un'opera è per Lombardo
direttamente proporzionale alla varietà delle risposte
provocate nei fruitori, risposte scaturite dagli stimoli percettivi
e psicologici che l'artista concentra nel proprio lavoro.
Delineando una netta indipendenza da logiche consumistiche e da
ogni tipo di riduzione alle semplificazioni del mercato, la ricerca
teorica e artistica di Lombardo prende forma in questi scritti
con stile caustico e pungente, non perdendo mai di vista l'analisi
dell'attuale contesto sociale, economico e politico. A una cultura
globalizzante, semplificatrice e imposta dall'alto, l'autore si
oppone con la forza della propria onestà intellettuale
assumendo una netta posizione di critica costruttiva.
Emanuela Termine |
|