la rete reale virtuale dell'arte contemporanea
 

museo laboratorio
d'arte contemporanea
dell'Università La Sapienza

il museo
mostre in corso
letture attive
archivio mostre
mediateca
la collezione
mappe
press release
links

pubblicazioni

                    > ArtisticaMente
                    > Luxflux
                    > Proto-type


archivio musica contemporanea

il museo laboratorio d'arte contemporanea

pubblicazioni / Collana ArtisticaMente

3. Licia Galizia. Sistemi, con scritti di Licia Galizia, Francesca Lamanna, Lucia Latour, Simonetta Lux, Nadja Perilli, poesia di Sandro Cordeschi.
collana Artisticamente. Documenti, Lithos 2001
48 p., [8] c. di tav. b/n e colori, ill. nel testo; 21 cm
ISBN 88-86584-49-0

Percorso è metafora ricorrente nell’opera di Licia Galizia, e tre sono i percorsi proposti dagli autori, per meglio incontrare e conoscere il suo lavoro. Un’intervista, a cura di Nadjia Perilli, trova nelle parole dell’artista il primo codice interpretativo e a partire da esse individua i nodi della sua ricerca; un ipertesto, costituito da letture che hanno influenzato l’artista e aprono nuovi spunti e ipotesi di lettura; la mostra al MLAC, realizzazione concreta e unico riferimento fisso di questo libro. E ancora disegni e progetti dell’artista che accompagnano il lettore nell’universo sistemico di Licia Galizia, offrendo un controcanto iconico ai testi degli autori.
Definito da Simonetta Lux “piccolo binario” la canalina di ferro zincato è il modulo costruttivo frequentemente impiegato dall’artista nelle sue installazioni, a partire dal 1994. L’opera di Galizia si caratterizza come “apribile” perché realmente manipolabile al tocco dallo spettatore, che ha una parte fondamentale nel funzionamento dei lavori: il progetto iniziale è talvolta rimesso in discussione dal suo stesso intervento. Il muro è l’altro termine di confronto sul quale si agganciano le “sculture a fresco” (secondo una felice definizione di Fabio Mauri) di Galizia, stabilendo una fitta rete di relazioni fra il muro stesso e lo spazio praticabile. In questi lavori è così importante tanto la profondità, definita dalle strutture aggettanti, quanto il disegno geometrico sulla superficie muraria, scandito dagli elementi e dalla proiezione delle loro ombre.
Il libro documenta anche le nuove declinazioni e possibilità espressive esplorate dall’artista nelle esperienze performative e coreografiche, realizzate in diversi spettacoli. Nella scheda a cura di Lucia Latour viene esaminato lo spettacolo Du vu du non vu, nel quale l’intervento diretto degli artisti entra in sinergia con i danzatori: nel caso di Licia Galizia il corpo diventa supporto che si sostituisce al muro, diventa perno dei sistemi realizzati con le canaline.
Francesca Lamanna ha seguito l’artista nel corso dell’allestimento al MLAC, e ne riporta il colloquio intrattenuto. Emerge qui l’attitudine di Galizia ad aderire allo spazio confrontandosi con le caratteristiche fisiche dell’ambiente nel quale lavora, esaltandone la struttura. Il sistema è concepito dall’artista non solo come definizione e analogia di un’opera ma anche riferimento, strumento filosofico e antropologico con il quale interpretare e conoscere il mondo.
Una poesia di Sandro Cordeschi puntella parole nello spazio bianco della pagina, configurando sistemi di visioni e metafore. Emanuela Termine