Con l’arte,
da disabile a persona racconta attraverso 20 storie emblematiche
di persone inserite nei Laboratori artistici della Comunità
di Sant’Egidio, come sia possibile mostrare, svelare,
costruire, comunicare e liberare il pensiero, l’intelligenza,
il sentimento di persone considerate a torto prive di tali potenzialità
e per questo normalmente marginalizzate, se non recluse.
Come sostiene
Simonetta Lux nel suo saggio introduttivo “l’azione
del gruppo de Gli Amici della Comunità di Sant’Egidio,
si dà attraverso un sentimento/metodo, composto di relazione
amicale disinteressata (che i disabili chiamano “amore”),
di educazione e inserimento educativo anche con tecniche più
avanzate atte a sconfiggere gli impedimenti fisico-psichici
alla comunicazione del proprio pensiero: con la finalità
della valorizzazione individuale attraverso la sollecitazione
di una azione critica e partecipativa verso gli altri “altri”
del mondo, sulle grandi questioni collettive dell’umanità
attuale contemporanea. Ma tale azione ha compreso e comprende
tuttora anche delle sollecitazioni istituzionali e – perché
no – politiche, volte ad istituire nuove leggi o norme
che concretizzino rendano vera la meta ultima della affermazione
del principio dell’eguaglianza e dell’inclusione.
Questo sentimento/metodo,
questa grande azione complessa è in un certo senso la
grande specie di opera d’arte relazionale (per usare un
termine che indica attualmente un preciso paradigma tra gli
altri vigenti nella ricerca artistica attuale coniato da Nicolas
Bourriaud) all’interno della quale si materializzano opere
d’arte individuali a loro volta relazionate con processi
di conoscenza e giudizio su se stessi e sul mondo.
Come vedremo
dalle biografie, dalle interviste, dagli scritti e dalle opere,
insomma dal racconto che possiamo ricostruire di questo lungo
processo che è naturalmente in pieno corso ed aperto,
gli uni “raggiungono”, scoprono, catturano gli altri
su un piano di reciporocità e parità, ora casuale
ora mirato ed il primario scopo è raggiunto: la felicità
di vivere, comunicare, agire, creare, abitare. In questi raggiungimenti
e scoperte e accettazioni reciproche, ad un certo punto c’è
la scoperta e la iniziazione al mondo dell’arte, alla
storia prima e poi alla contemporaneità e alla pratica
stessa del fare arte”.
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