Bibliografia
S. Varoli Piazza, Paesaggi e giardini della Tuscia, De Luca, Roma, 2000.
Outsider, depliant della mostra, Galleria Miralli, Viterbo, 2001

Notizie utili
Ubicazione:
Vetriolo (provincia di Viterbo)
Si raggiunge mediante l’autostrada del Sole A1, uscita Orvieto. Percorrere la strada statale 71 in direzione Viterbo. Deviare per Bagnoregio e raggiungere la Strada Teverina: percorrerla in direzione Viterbo; a sinistra, poco dopo Bagnoregio, seguire le indicazione per Vetriolo. Raggiungere il paese ed oltrepassarlo. Poco dopo il cimitero, sulla sinistra ci sono le indicazioni per l’ “Hortus Unicorni”

Ingresso: per appuntamento; chiuso nei mesi di luglio ed agosto
Informazioni: tel. (0039) – 0761 – 790315
hortus-unicorni@libero.it

L’Hortus Unicorni è un progetto che sfida l’apparente freddezza ed inospitalità del paesaggio lunare della Valle dei Calanchi. Ci troviamo appena fuori dal paese di Vetriolo, un piccolo borgo dell’Alta Tuscia affacciato su quello stesso immenso spazio in cui svetta Civita di Bagnoregio, “il paese che muore”, che da qui si vede in lontananza.
Qui attorno ogni cosa appare sotto un luce diversa e l’erba delle colline che ancora resistono all’implacabile dilavamento del terreno argilloso appare più verde, più viva, così il giardino che vi si affaccia, si esprime con il massimo della sensualità.
Le candide pareti scoscese sullo sfondo sembrano voler risucchiare il paesaggio circostante, nello stesso modo in cui sparì il mare che un tempo immemorabile riempiva la valle. Tuttavia un raro equilibrio sorregge la composizione affacciata sulla valle luminosa, enfatizzato da una grande cornice che campeggia al centro dello scenario accogliendoci, quando percorriamo in discesa il costone boscoso che ci conduce al giardino. Nella cornice sono loro, i calanchi, a finire catturati e la sfida fra paesaggio e giardino, si placa trovando una relazione nell’instabile profilo metallico.
La scultura di Luca de Troia introduce una frattura nello spazio e nel tempo, una dissonanza che esalta l’accento cromatico e le forme per contrasto, provoca una stacco emotivo, diviene centro della scena, sovverte i parametri fra finito ed infinito, ed ogni coordinata sensoriale basata sulle linee ortogonali diviene nulla. Un sensazione simile ci prende quando, in un altro giardino più antico e noto, il Sacro Bosco di Bomarzo, fissiamo lo sguardo sulla casa pendente, che la scultura inconsciamente cita, nella sua inclinazione spaesante.
Si evidenzia così la dimensione dell’instabilità della visione nelle prospettive mutevoli, catturate dalla cornice durante il nostro incedere, ma anche della condizione esistenziale dove la mutevolezza rispecchia il carattere del giardino come creazione effimera, contrapposta all’apparente perennità dello sfondo.
Gli artefici dell’Hortus Unicorni, Elio Cavallo, già designer e oggi progettista di giardini, e Luca De Troia, musicista ed artista, “outsider” come ama definirsi, esprimono nelle differenti personalità e nei differenti modi di sentire i contrasti che divengono creazione nel giardino.
Da un lato l’armonia, le linee diritte, le proporzioni, come ama dire Elio Cavallo al quale appartiene la progettazione della parte botanica, che si snoda lungo un percorso armonico che sottolinea i dislivelli e le curve naturali con le quali il pendio degrada, dall’altro l’amore per tutto ciò che è sghembo che genera contrasto, dissonanza come avviene nelle creazioni di Luca De Troia.
Quest’ultimo realizza al computer opere che poi stampa su acetato dove zone di colore si sovrappongono e si giustappongono seguendo principi musicali, gli stessi che in certe zone sembra proporre il giardino nella sua alternanza di macchie colorate.
Lasciata Torino e giunti qui all’inizio degli anni ’80, i due artisti si sono stabiliti a Civita di Bagnoregio dove hanno restaurato una casa e creato un Hortus conclusus. Si tratta di un esperienza che possiamo leggere oggi , nella sua globalità, come un vero e proprio laboratorio sperimentale che anticipa la realizzazione attuale.
Anche qui a Vetriolo, fin dal 1993, un lavoro di ristrutturazione dell’area abbandonata ed inselvatichita e del casale in pietra, precedette la sistemazione a giardino. La natura ordinata dall’uomo ha avuto la meglio su quella caotica costituita dal bosco, che tuttora circonda l’Hortus Unicorni enfatizzando per contrasto la dimensione dell’ordine e dell’armonia delle forme realizzate dagli artisti. Così in passato avvenne nei noti giardini di Villa Lante e Palazzo Farnese a Caprarola nei quali la cornice boscosa assolveva la medesima funzione.
Elementi giustapposti e citazioni si rivelano qua e lˆ a comporre un ideale percorso nel quale più stimoli sensoriali, volutamente in contrasto ci coinvolgono.
Possiamo ravvisarli nel giardino all’italiana realizzato accanto alla casa in pietra e rivisitato come semplice struttura geometrica al di lì di ogni simmetria e corrispondenza formale. Così nel recupero di forme primarie come il cerchio, che troviamo sia come forma effimera nel prato, che incastonato in una pavimentazione in ciottoli di fiume, il quale nella sua intrinseca simbolicità rimanda alla perfezione divina o alla ciclicità della vita della quale il giardino è metafora. Oppure nei massi erratici che qua e lì esprimono la propria presenza come natura bruta, ridotta nella sua forma più estrema ed immutabile. Ma è senz’altro la presenza dell’acqua, che in modo raffinato unifica i contrasti e ribadisce quanto questo spazio esprime.
Vi appare come piccolo spazio lacustre circondato di essenze acquatiche, sottolineando la dimensione pittoresca del giardino, ma anche nella realizzazione di una piscina che è un autentica creazione architettonica.
Realizzata sul limite estremo del terreno, non lontano dall’abitazione, si affaccia sul paesaggio e di nuovo vi instaura un rapporto diretto. Questo nastro d’acqua rettangolare è specchiante e sembra captare lo spazio intorno a sé. Come un bacino in calma apparente, tuttavia si muove impercettibilmente e tracima, grazie ad un lievissimo dislivello fra i due lati corti. Ricreandosi continuamente, diviene metafora della vita che scorre in eterna anche se invisibile trasformazione, e chiude un cerchio ideale, forma immutabile dove finito ed infinito, tempo e spazio si incontrano.

Luca De Troia, Cornice , ferro, Hortus Unicorni, Vetriolo,1997

Elio Cavallo, Luca De Troia, Giardino all’italiana, Hortus Unicorni, Vetriolo, 1996

Cerchio d’erba, Hortus Unicorni, Vetriolo

[Masso erratico e bordura fiorita, Hortus Unicorni, Vetriolo