Notizie utili
Ubicazione: 261, boulevard Raspail, Parigi, Francia Ingresso: tutti i giorni dalle ore 12.00 alle ore 20.00. Lunedì chiuso
Biglietto: Þ 5.00 intero; Þ 3.50 studenti, minori di 25 anni, Amici dei Musei; gratuito minori di 10 anni, disoccupati e membri ICOM
Mostre in programma: dal 14 maggio al 12 ottobre 2003 “Yanomami L’esprit de la forèt” Informazioni: +33 1 42185651
Sito web: www.fondation.cartier.fr

Bibliografia:
La Collection de la Fondation Cartier pour l’art contemporain, catalogo completo, Fondation Cartier pour l’art contemporain, éditions Actes Sud, Parigi, Arles, 1998.

LA COLLEZIONE:
La Fondazione Cartier per l’arte contemporanea è stata fondata nel 1984, per volere di Alain Dominique Perrin, allora presidente della Cartier International. A quell’epoca, la legislazione concernente le fondazioni era in Francia molto lacunosa e Perrin è stato uno dei redattori di un famoso rapporto, cui si sono in seguito ispirate la legge del 23 luglio 1987 e la legge del 4 luglio 1990, che disciplinano oggi, in Francia, in materia di fondazioni.
La sede originaria si trovava a Jouy-en-Josas, su una proprietà individuata da César. Lo stesso César propose l’idea di ateliers, in cui gli artisti, invitati a soggiornare, creassero in una situazione di ideale tranquillità. La fondazione non richiedeva le opere in cambio, che talvolta venivano, invece, acquistate.
La politica di acquisizione della Fondazione si è orientata, sin dagli esordi, verso artisti viventi nel panorama internazionale con lo scopo di riunire una collezione che fosse l’immagine della nostra epoca eclettica e un po’ paradossale, attraversata da correnti artistiche contraddittorie e figure singolari e fortemente individualizzate, senza subire, però, le influenze di una corrente particolare. Nel tentativo di ricostruire un’epoca piuttosto che la propria storia particolare, la fondazione ha costituito una collezione, la cui memoria è più antica delle sue stesse radici, di più di ottocento opere di circa settanta artisti. Nessun settore della creazione plastica, dalla pittura al video, dal disegno alla fotografia, dalla scultura alle installazioni monumentali è trascurato. Nella sua collezione figurano opere di Arman, César, Max Bill, Alighiero Boetti, Giuseppe Penone, Mario Merz, Mimmo Rotella, Joseph Kosuth, Simon Hanta•, Raymond Hains, Gilbert & George, Sam Francis, etc.
La vocazione all’apertura internazionale è confermata dai numerosi prestiti concessi in Francia e all’estero, secondo una programmatica libera circolazione delle opere.
Spesso la fondazione ha promosso artisti ancora sconosciuti (Pierrick Sorin, Carole Benzaken), dei quali ha curato le prime personali. Recentemente si è aperta a nuovi spazi geografici, accogliendo opere di fotografi e scultori africani (Seydou Keita).
Ogni anno, il comitato di fondazione approva una lista di acquisizioni proposta dal direttore della fondazione, contestualmente la collezione si arricchisce dei doni degli artisti.
Parallelamente alla politica di acquisizione, esiste una politica di committenza: la Fondazione, infatti, privilegia le relazioni dirette con gli artisti. La committenza è volutamente legata ad un particolare progetto espositivo, se non alla contingenza di uno specifico luogo: la nuova sede progettata da Jean Nouvel.

L’EDIFICIO
Nel 1994, la fondazione, infatti, si è trasferita nel cuore di Parigi, nella XIV» circoscrizione, nei pressi della celebre Montparnasse, diretta ininterrottamente, da allora, da Hervé Chandès.
L’edificio che la ospita è un progetto, datato 1994, dell’architetto Jean Nouvel ed è oggi un elemento rappresentativo del paesaggio urbano parigino. Jean Nouvel ha scelto per la Fondation Cartier forme trasparenti e leggere, innovatrici e poetiche al tempo stesso: sono state impiegate infatti 650 tonnellate di metallo e 5000 mq di facciate vetrate. Gli spazi espositivi contano una superficie di circa 1200 mq distribuiti su due livelli, che tuttavia non sono sufficienti a presentare simultaneamente la collezione nella sua interezza. Le sale si caratterizzano per una straordinaria flessibilità, che consente di ripensare lo spazio secondo il diverso progetto specifico, spesso in stretta collaborazione con gli artisti stessi. L’architettura delle sale rappresenta un vincolo irrisorio, in virtù del principio di libertà e di apertura che anima e sottende le loro stesse strutture. Pareti scorrevoli, elementi modulari, pannelli pensati di concerto con l’architettura del luogo, consentono questo ampio margine di pensiero e d’azione per i curatori e per gli artisti.

IL GIARDINO
Anche il giardino, che custodisce il celebre cedro del Libano qui piantato nel 1823 da Francois-René de Chateaubriand, inglobato nelle pareti di vetro che costeggiano il “boulevard”, può essere messo in comunicazione con l’interno, attraverso un sistema di pareti scorrevoli. L’ideazione del giardino si deve all’artista tedesco Lothar Baumgarten. Unico esempio a Parigi di giardino d’artista, ha un aspetto selvatico, mentre è in realtà curato e pensato in ogni minimo dettaglio. Il “Theatrum Botanicum” vanta al suo interno circa trentacinque essenze d’alberi e duecento specie vegetali della flora francese, piantati e seminati secondo un disegno preciso. Cinque forme geometriche compongono il giardino: il triangolo dell’appezzamento del terreno, il quadrato che lo prolunga virtualmente, il rettangolo dell’edificio, il semi-cerchio dell’anfiteatro situato nel giardino e l’ellisse della fontana, anch’essa all’interno del giardino.
La geometria delle forme contrasta con l’apparente disordine delle piante e crea uno disorientamento tutto poetico che pervade lo spettatore. Diverse specie di uccelli fanno del giardino, un luogo vivente, in continuo divenire.

Fondazione Cartier per l’arte contemporanea, facciata

L’edificio e il giardino, pianta