Edizioni a cura della Fondazione Palazzo Albizzini – Collezione Burri
C. Brandi, Collezione Burri Fondazione Palazzo Albizzini, catalogo della mostra permanente, I edizione, 1981.
C. Brandi, Collezione Burri Fondazione Palazzo Albizzini, catalogo della mostra permanente II edizione, 1986.
N. Sarteanesi, Collezione Burri, Fondazione Palazzo Albizzini Ex Seccatoi Tabacco, catalogo della mostra permanente, I edizione, 1992.
Notizie utili
Ubicazione: Fondazione Palazzo Albizzini, via Albizzini 1, Citta di Castello (PG)
Ingresso: dal martedì al sabato, ore 9,00/12,30-14,30/18,00; festivi 10,30/12,30-15,00/17,00 (da metà giugno a fine settembre fino alle ore 18,00). Lunedì chiuso.
Apertura Ex Seccatoi del Tabacco da novembre a marzo solo su prenotazione da effettuarsi telefonicamente con almeno tre giorni di anticipo.
Biglietto: Þ 5.00 intero; Þ 3.00 ridotto; Þ 2.50 ridotto per gli Ex Seccatoi del Tabacco.
Informazioni: +390758554649; +390758559848
E-mail: burriart@tiscalinet.it
Sito Web: www.clubart.it/fondazioneburri
La Fondazione comprende l’archivio, con un’esauriente bibliografia su Burri, la fototeca, che riunisce l’intera documentazione relativa alla produzione dell’artista, e una biblioteca.
Per ciò che concerne la Collezione, allo stesso Burri sono da ricondurre l’accorta, esaustiva selezione delle opere e la dialettica che le lega alla diversa fisionomia dei due spazi museali, a cominciare da Palazzo Albizzini, edificio dalle sobrie fattezze quattrocentesche restaurato per l’occorrenza dagli architetti Tiziano Sarteanesi e Alberto Zanmatti. Nel saggio di Cesare Brandi contenuto nel catalogo curato dalla Fondazione in occasione della prima presentazione al pubblico della raccolta (1981) si loda apertamente quello che, pur nella sua assoluta semplicità, è il museo “più raffinato e moderno che sia oggi in Italia”. In esso, dall'”infallibile senso dell’esposizione” proprio dell’artista umbro deriverebbero la ritmica sequenza delle opere, il loro stagliarsi sulle pareti candide, la possibilità di una fruizione cui è concesso di sfruttare al massimo la luce naturale. In breve, ancora a detta di Brandi, a connotare l’insieme è il rigore con cui si è ridotto all’essenziale il lavoro di adattamento degli spazi, approdando più alla congruità neutra dell'”habitat” che non alla prevaricante personalità della sala espositiva.
Mutando radicalmente tipologia architettonica, gli Ex Seccatoi del Tabacco offrono una diversa e altrettanto discreta sintonia con i brani più recenti del discorso artistico di Burri. Le caratteristiche dimensionali e cicliche delle opere si accordano infatti pienamente con l’ampiezza e la continuità degli spazi propri di un complesso industriale sorto tra la fine degli anni Cinquanta e la metà dei Sessanta per l’essiccazione del tabacco tropicale.