Un mix di Oriente e natura è quello che si respirava il 12 luglio a Canale Cardello. Qui si è svolta la seconda edizione del laboratorio di arte e letteratura nello scenario di un luogo suggestivo nominato il Parco Letterario e delle Arti di Canale Cardello. L’area che si estende per una superficie di circa quattro ettari concerne un territorio completamente immerso nel verde, nel quale hanno trovato posto i nuovi lavori di Giovanni Battista Ambrosini che, oltre ad essere il promotore della destinazione del parco, con il suo Erba ha proposto un’integrazione tra natura e arte siglata in questa circostanza dal logo del parco stesso. Mandala di Renato Mambor addomestica in una forma determinata una porzione di luogo sfidando e conciliando gli opposti. Lo spazio espositivo, ricavato all’interno del casale, ha in questa occasione ospitato la mostra Oriente di Antonio Capaccio i cui sottili grafismi sembrano anch’essi tentare in leggere fluttuazioni una conciliazione discreta con il tutto.
Ulteriore corpo e dimensione all’evento è stata data dalle performances di Tomaso Binga, Giovanni Fontana, Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti.
In concomitanza con tale evento è stato presentato il primo dei quaderni del PLACC, diretti da Simonetta Lux e curati da Elisabetta Cristallini, accuratamente realizzato dalla Gangemi in un elegante e pratico formato. Questo numero 1 documenta tutto quanto avvenuto in occasione della inaugurazione del Parco svoltasi nel giugno 2002, sottolineando e motivando le ragioni di un progetto, quale appunto il PLACC, teso a costruire una rete sistemica da tradursi in eventi reali e virtuali nella quale trovino posto come attività prioritarie designanti lo spirito dell’iniziativa: l’individuazione, la valorizzazione, la conservazione del patrimonio culturale locale e internazionale, attraverso opere, interventi, documentazioni e studi che possano in sé costituire un modello alternativo ed integrativo di conoscenza dell’arte contemporanea. Soprattutto un modello in sé stratificato nel quale si possano sperimentare e determinare fecondi interscambi anche con le metodologie di indagine votate alla conservazione e alla musealizzazione del bene culturale, e nel quale i caratteri propri a specifici localismi trovino possibilità di effettivo e percorribile dialogo nel confronto con realtà internazionali spingendo entrambe ad una reciproca ed energizzante contaminazione. Esempio concreto in tal senso proprio la documentazione raccolta nel quaderno che spazia dai saggi introduttivi di Simonetta Lux, Elisabetta Cristallini, ai testi di Giovanni Battista Ambrosini, Tomaso Binga, Simona Rinaldi, Gianfranco Micheli, Angela Lo Monaco, Mauro Bernabei, Paola Donato ed Enrico Cava. Corredano ed arricchiscono l’insieme le schede sulle opere e le interviste agli artisti curate da Emilio Naso, Enrico Petti, Gioia Pica e Valentina Spata.