Scheda mostra:
Invideo, diretta da Chicca Bergonzi, Romano Fattorossi, Sandra Lischi è stata realizzata a:
– BRUXELLES, Palais des Beaux-Arts, 6 novembre 2007.
– MILANO, Spazio Oberdan, 7 – 11 e 13 – 14 novembre 2007.
– SAN GIMIGNANO, Sala Tamagni, 7 – 8 dicembre 2007.

INFO:
www.mostrainvideo.com

 

La XVII edizione di Invideo – Mostra internazionale di video e cinema oltre – ci aspetta in una fredda Milano appena investita dal clima invernale. Ad accoglierci una programmazione ricca che tra le opere della selezione e gli appuntamenti speciali contava 161 opere da 27 paesi. Il titolo di quest’anno, Poetroniche, è un omaggio a Gianni Toti (uno dei pionieri della videoarte italiana, scomparso di recente) e alla sua idea di videoarte come poesia elettronica. Alla sua memoria sono dedicate inoltre le Carte segrete, brevi strisce sull’autore che aprono e legano le cinque giornate di proiezioni.

All’ingresso della sala, per tutta la durata della mostra, si trovano le opere del Totem, torre di tre monitor su cui scorrono i lavori di 6 artisti internazionali. Queste opere, facenti parte della selezione, sono quelle più prettamente “videoartistiche” (genere non molto presente in sala) e per la loro natura necessitano di una dimensione installativa. Tra queste spiccano per originalità di realizzazione, intensità della ricerca e carica suggestiva l’opera di Dan Lageryd Eugenia 10, paesaggio cubista in movimento composto dalle visioni, della stessa strada, di guidatori diversi in tempi e circostanze differenti e quella del giovane italiano Lino Strangis Sliding circle of existence, una metafora dell’esistenza realizzata tramite il linguaggio audiovisivo “puro”, fatto di solo suono e metamorfosi della visione. Nel corso delle cinque giornate si susseguono senza pause, nella dimensione immersiva della sala di proiezione, documentari, film di ricerca, cortometraggi e animazioni, sostenute nella maggior parte dei casi da tematiche sociali e politiche: la guerra, il terrorismo, il lavoro, l’identità, le problematiche ambientali e le questioni psicologiche.

Un modo originale di trattare una tematica sociale, pur portando avanti un’interessante ricerca sul linguaggio, è stata ben espressa dalla filmmaker e coreografa Isabel Rocamora la quale, in Horizon of exile, costruisce l’immaginario esistenziale e sentimentale dell’esilio (di donne medio orientali) unendo la suggestione dei luoghi alla coreografia sperimentale.

A cavallo tra ricerca cinematografica e video d’arte troviamo il venezuelano Alejandro Rojas che in Inside attraverso le immagini di un uomo che scala una montagna, riesce a rendere vivida la metafora del percorso interiore. Questo grazie alla scelta minimale nel visivo del bicromo (montagna innevata-bianca, uomo-nero) e delle poche inquadrature, mentre nel sonoro il suono progressivo dà forza e intensità alle immagini. Fuori dal coro (per quanto riguarda la sala di proiezione) l’opera di videoarte del canadese Nelson Hendricks Untitle (score). In questa, che nasce come installazione a doppio schermo per poi adeguarsi alla proiezione monocanale, l’artista combina le lettere, che nella notazione musicale inglese corrispondono ognuna ad una nota musicale, per comporre delle parole/frasi musicali associate a delle immagini. I rimandi di sensi che si vengono a creare tra suono, parola e immagine, non senza le doverose ambiguità, riescono nel proseguire in modo fresco ed originale le sperimentazioni di Gary Hill. Interessante anche l’opera Elsewhere 2 di Egbert Mittelsädt che lavora sulla liquefazione dell’ambiente e la sospensione del tempo. Tra i nomi più importanti non possiamo non citare Robert Cahen (pioniere della videoarte internazionale) con il suo ultimo lavoro Sanaa, passages en noir in linea con la sua recente tendenza alla rarefazione dell’immagine e all’estrema semplificazione della postproduzione e del montaggio, alla ricerca di una leggerezza quasi eterea. Tra le altre opere interessanti ricordiamo: Electric self di A. Amaducci, La città alle spalle di R. Apuzzo, Confutatis di L. Carrano e L. Zoppi, A window facing the sun di B. Zamanpira.

Infine, tra i numerosi appuntamenti “speciali” che accompagnano il fitto programma di proiezioni, sono da segnalare: una selezione di lavori dal festival di videoarte Loop di Barcellona; la personale del videoartista belga Vincent Meessen; la performance di TamTeatroMusica Quando l’occhio trema, dedicata a Paolo Gioli; la personale di Christine De La Garenne, giovane promessa del video tedesco; la serie di video aufnahmen (Intermezzi) prodotti dalla Tv svizzera tedesca; la presentazione del video Primo Natale in trincea di Michael Gaumnitz, su un episodio realmente accaduto durante la prima guerra mondiale, rivisitato con animazioni, elaborazioni di cartoline, foto, manoscritti d’epoca e brani di film. A concludere la manifestazione, tre conferenze con proiezioni del maestro Peter Kubelka, figura di punta del cinema indipendente, musicista e teorico.

Due le novità di quest’anno: l’apertura di una sezione dedicata alla produzione video da varie scuole europee di arti audiovisive e il premio Under 35 che è stato assegnato a Antonin De Bemels, autore del video Se fondre/Merge.

 

Dan Lageryd, Eugenia 10, videoinstallazione, Svezia, 2006, 3’50”(loop), courtesy ufficio stampa Invideo.

Lino Strangis, Videocarillon n 29, sliding circle of existence, videoinstallazione, Croazia-Italia, 2007, 8’12”(loop), courtesy dell’artista.

Isabel Rocamora, Horizon of exile, video, Gran Bretagna-Cile, 2007, 21’56”, courtesy ufficio stampa Invideo.

Alejandro Rojas, Inside, video, Venezuela, 2006, 10′, courtesy ufficio stampa Invideo.

Nelson Henricks, Untitle (score), video, Canada, 2007, 6’30”, courtesy dell’artista.

Robert Cahen, Sanaa, passages en noir, video, Francia, 2007, 7’07”, courtesy ufficio stampa Invideo.