Dal 20 al 23 settembre, 4 giorni di incontro e confronto al ritmo di “live-media performance” e vj sets hanno animato gli spazi del Linux club, (www.linux-club.org) in via di libetta, zona Ostiense a Roma. 
Il Vjing e più in generale l’arte del visual, oltre a funzionare come forma d’intrattenimento connesso a dj set o performance musicali nei clubs o nei rave party diviene nelle sue manifestazioni più complete sempre più una forma autonoma d’espressione in grado di competere con gli altri linguaggi artistici. Nuova forma di assemblage progettato, premeditato e infine performato nel momento dell’act, azione che scorre lungo linee spazio-temporali, fluido compositing di immagini e suoni che si legano e convivono nello scandire di battute e suggestioni elettroniche. Il nuovo artista si interfaccia con la macchina per produrre suggestioni intoccabili che sposano il suono all’immagine. 
Modalità d’intervento sull’immagine e il suono, il vjing consiste nella rielaborazione di media e linguaggi consolidati, legata indissolubilmente a una scelta e a una buona sensibilità per l’immagine. 
Il dibattito è da sempre legato alla questione dell’originalità: seppur profondamente connesso ad altri media e forme artistiche come il cinema, la fotografia, la grafica, il teatro… da cui attinge materiale, un buon vjset può elevarsi al grado di arte. Ancor più interessante a livello artistico è il “live-media performance”: un live-set che non si limita alla scelta e all’assemblage di immagini e suoni, ma porta avanti un discorso che unisce il vjing alla performatività. Questi artisti fanno del live-set un momento di spettacolo interattivo: non più unicamente producer animatori di laptop, i performer diventano attori, icone e portavoce dei loro progetti. Così ad esempio I protagonisti del progetto “Phagoff” (Warbear, Infidel e Nikky) e gli Spaceinvaders berlinesi con la loro “Visual narrative ego performance” “Return of spaceinvaders – post retro pixel funk”, (da bravi tedesconi) incarnano e performano se stessi promuovendo e affermando i loro progetti come veri e propri movimenti controculturali. 
“Space invaders è la prima interazione A/V, è uno stile di vita, rappresenta la mia, la nostra generazione” spiega Bram, musicista del trio tedesco Return of Spaceinvaders. Per questo anche luoghi istituzionalmente deputati all’arte oggi si interessano e accolgono performance A/V. Così l’8 settembre, lo storico Palazzo delle Esposizioni, inaugurando con la notte bianca i suoi spazi, ha mostrato in anteprima la quarta edizione di LPM 2007, (progetto ideato da Gianluca del Gobbo) con oltre 100 proposte dei protagonisti del meeting provenienti da tutto il mondo. 
In linea con la “politica” di Flxer [www.flxer.net] (software gratuito per il mixaggio video intorno al quale è nata una community di oltre 7000 persone che condivide più di 4000 files) e del Linux club, entrambe realtà di open source, “LPM, live performers meeting”, più che un festival per amanti del linguaggio visual è stato punto d’incontro, occasione e pretesto per confermare e soprattutto linkare una vera e propria community che sempre di più si espande e accresce la qualità dei suoi contributi. LPM è stato non solo contenitore e vetrina della scena più “interattiva” e creativa che valorizza i club di tutto il mondo ma anche e soprattutto un meeting per addetti ai lavori vecchi e nuovi, un’occasione di incontro per artisti, professionisti e amatori in cui convergono le varie realtà legate al vjing. Da giovedì 20 a domenica 23 settembre la programmazione è stata vastissima, dal pomeriggio fino alla mattina i vj e dj che sono intervenuti hanno avuto modo di esporre non solo i loro progetti, ma hanno potuto assistere, partecipare e presentare i loro lavori attraverso workshops e showcases. Anche i club (come il Goa e il Brancaleone) hanno avuto spazio per presentare in anteprima le stagioni di Vjing. 4 giorni di: promozione, confronto e dibattito durante i quali i partecipanti hanno potuto scambiarsi dritte sul mondo dei blog, delle piattaforme open source, sull’utilizzo dei software e dell’hardware per la produzione di video sets e assistito a presentazioni di progetti come VMS – VideoMovingSystem, i “mirrors” dell’austriaco Thomas Kühne, videoproiettori dotati di un sistema innovativo di multiproiezione.
Un meeting che ha permesso alla comunità visual di incontrarsi una volta per tutte a Roma dopo anni di frequentazione e confronto sulla rete. “Ci conosciamo da 10 anni, oggi per la prima volta ci incontriamo a Roma” mi raccontano Johnatan in arte Vjstarlet e Alfonso/Enjoyvideo, uno napoletano e l’altro ligure. 4 giorni in cui abbiamo visto alternarsi numerosi artisti, per lo più stranieri, (e anche visto andar via molti romani che per mancanza di tempo non hanno avuto spazio in consolle), un’occasione per comprendere quanto la scena visual stia integrando sempre di più i diversi linguaggi del teatro, della musica, e della grafica per divenire una forma d’espressione autonoma nella sua ricchezza di contributi e di modalità di espressione, un linguaggio variegato che sfrutta tutte le potenzialità legate all’elettronica e reinventa le connessioni tra “scienze” diverse:
Midihands, Sounds Of Complexity, Croix, ad esempio sono progetti che sviluppano parallelamente all’aspetto visivo e d’intrattenimento ricerche legate all’interazione corporea, alle attività cerebrali, a quelle percettive. Il progetto MIdihands rielabora l’antica tecnologia del theremin alla base della musica elettronica, per realizzare un controller/kaospad, (il “cubonatore o fingherofono”) senza fili nè circuiti, bensì costituito da un tavolo sensibile alle ombre, allo spostamento dell’aria, alla presenza corporea. ”Attiviamo le onde sonore col movimento delle mani, è un modo per portare la musica elettronica davanti e non più dietro la consolle, mi spiega Fuso dei Midihands: “vogliamo dimostrare le potenzialità dell’interazione A/V, per questo il nostro dj set spazia dal tribale alla d’n’b…” In questo modo la presenza fisica diviene fondamentale nella dinamica di immagini e onde sonore che vengono attivate dalle mani del producer-performer che agisce e innesca la sincronia tra di esse “fino ad animare la quinta dimensione”.
Sounds of Complexity, del duo Kinotek, legato a studi di neurologia, rende visibile e udibile l’attività cerebrale di un soggetto (una donna sotto i 30 anni) in fase di riposo. Dal campionamento di queste onde sonore Enzo Varriale ottiene, amplificandole, il ritmo delle emozioni che unite a suggestioni visual, restituiscono una performance A/V dai ritmi ipnotici e totalmente avvolgenti”. Ciò che mi interessa è visualizzare il ritmo delle emozioni”. Col progetto Croix Mapping, performance A/V sperimentale basata sulla mappatura di edifici architettonici e/o strutture geometriche, Mcfly e Dj Faso delineano ambienti sonori fondendoli con immagini create in tempo reale. Al Linuxclub, col progetto “Cubes”, Croix unisce l’istallazione al vjset per fondere la realtà tridimensionale di scatole di tulle con quella bidimensionale delle proiezioni fino ad ottenere un’immagine unica, intensa fusione che inganna lo sguardo. 
Unico nel suo genere, l’Lpm meetings avvicina Roma a realtà presenti solo a Berlino o a Budapest, vj Waldeck, vjCool e Synesthete mi parlano del network AVit a Berlino (www.avit.info.) e del Sonar festival di Barcellona e Budapest come unici meetings a livello internazionale paragonabili ad esso. La realtà del Vjing, in Italia è ancora agli inizi, sicuramente rispetto a Germania, Olanda e Inghilterra, anche se esistono artisti (il collettivo Otolab ad esempio) la cui fama è già largamente consolidata nella scena non solo del vjing ma anche dell’arte contemporanea. Lorenzo/thefreshguy fotografo e “antropologo urbano” che vive tra Dubai, Roma e Berlino, non ha potuto fare a meno di passare all’Lpm e mi confessa: “è molto berlinese ma mi piacerebbe che anche a Berlino, rispetto a iniziative del genere si dicesse è molto romano!… ma ciò spesso significa qualcos’altro”. Certo qui a Roma non siamo ancora ai livelli del VJ Stammtisch (meeting berlinese a scadenza mensile), ma i presupposti credo siano buoni, quindi a questo punto concludo il mio report rispondendo a Lorenzo… staremo a vedere!