Il 5 ottobre 2004 presso il MLAC dell’Università di Roma “La Sapienza” si inaugura la mostra dello scultore Itaru Mishiku, nato a Shizuoka (Giappone) nel 1949, a cura di Enzo Bilardello.

In Italia dal 1974, Itaru Mishiku si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma sotto la guida di un eminente scultore, Emilio Greco. Il classicismo di Greco era certamente agli antipodi del modo di sentire la plastica di Mishiku, più propenso ad esaltare la fisicità dei materiali. Greco tuttavia fu un buon maestro, rispettoso dell’indipendenza creativa del suo esotico allievo che preferiva materiali poveri e spesso anche ostici.
Da allora, Itaru Mishiku si divide equamente tra Italia e Giappone, partecipe delle due culture, ma senza indulgere al pericoloso esercizio di parafrasare un orientalismo di maniera per renderlo comprensibile al gusto italiano e viceversa.
Mishiku è uno scultore che non fa compromessi: elegante quando ha deciso di essere eletto fino all’aristocraticità, ostico fino alla brutalità quando ha deciso di scorticare la gradevole epidermide delle cose per ostentare la nuda struttura delle lamiere, dei legni, del calcestruzzo o del cemento.
Mishiku è uno scultore faber, per il quale l’idea resta immanente nella lavorazione, nel corpo a corpo con la materia, che trova nella sua progressiva strutturazione la sua giustificazione formale.
I lavori presentati in questa sede testimoniano gli ultimi quattro anni, sempre più impiegati in concezioni grandiose che hanno a che vedere con la rigenerazione, con il recupero austero e non celebrativo del passato, sia familiare sia collettivo. Dopo un memorabile viaggio in Mongolia si può dire che l’arte di Mishiku sia cambiata. È stato abolito ogni sospetto di edonismo per affidarsi alla nudità ed essenzialità della forma. Nel Tempio, Memoria del vento, Memoria dei resti archeologici sono i titoli ed i contenuti di questa fase artistica, quanto mai essenziale ed eroica negli intenti.

Mishiku ha esposto in diversi luoghi in Italia, come pure in Francia ed in Spagna. La sua attività espositiva si è ampiamente esplicata in Giappone dove gode di buona ed estesa reputazione e dove numerose sue opere sono collocate in spazi pubblici, riscuotendo consensi e premi.

La mostra è realizzata nell’ambito della programmazione del MLAC con il contributo della Regione Lazio per la ricerca in “Applicazioni nuove tecnologie anche multimediali all’arte contemporanea” resa possibile dal direttore del Museo Simonetta Lux e dal curatore del MLAC Domenico Scudero.
La mostra è realizzata con il contributo dei numerosissimi sponsor giapponesi che compresi del valore dell’artista hanno voluto presentarlo al meglio presso il pubblico italiano.

La mostra resterà aperta dal 5 al 26 ottobre. Lunedì – venerdì ore 10:00-19:30

Ufficio stampa: Giorgia Calò