Roma, Maggio 2007


Primo appuntamento del progetto Enel Contemporanea realizzato in collaborazione con il Comune di Roma per la cura di Francesco Bonami.

Parte da Roma la prima edizione di Enel Contemporanea, un’iniziativa che segna l’ingresso di Enel nel mondo dell’arte contemporanea con una serie di opere realizzate ogni anno da artisti di fama mondiale. Promossa in collaborazione con il Comune di Roma, a cura di Francesco Bonami, l’edizione in partenza porta per la prima volta nella Capitale le installazioni di tre artisti internazionali – Angela Bulloch, inglese, Jeppe Hein, danese e Patrick Tuttofuoco, italiano – in tre diversi luoghi simbolici della città e in differenti periodi dell’anno. Il progetto si inserisce, immagino, nelle politiche di liberalizzazione, con la fine del monopolio energetico di cui i grandi cartelloni pubblicitari danno ampio rilievo. Enel ha quindi bisogno di una nuova visibilità e ha scelto intelligentemente di affidarsi ad un programma culturale per ricollocare la sua “immagine” pubblica. Sembra assurdo che in un paese che sostiene d’essere uno dei più progrediti al mondo ci sia ancora da sottolineare l’importanza di una simile proposta. Il fatto che un colosso come Enel si sia mosso in questa direzione, come da decenni avviene altrove, segna però una direzione che altri dovranno seguire. L’arte contemporanea è internazionalmente riconosciuta come modello di diplomazia plastica, vettore rappresentativo di società e di interessi culturali nazionali, dobbiamo imparare a capirlo. Cosa sarebbero gli Stati Uniti d’America senza la loro portaerei artistica?

“È possibile salvare il mito della propria identità e insieme continuare a progettare il nostro futuro?” si domanda il curatore Francesco Bonami. La risposta sembra poter affermare la coesistenza del linguaggio dell’arte contemporanea all’interno della storia millenaria di Roma, assunta come città simbolo dell’osmosi fra storia, conservazione e sviluppo del progresso. L’opera della Bulloch si presta con il suo etereo apparire allo scopo e l’avvio di Enel contemporanea si dà in un particolare momento storico in cui anche le grandi istituzioni culturali aprono alle tematiche dell’arte pubblica, evidenza di una tensione verso il sociale che è anche un’esigenza vitale del contemporaneo.

Può esistere l’arte contemporanea se non riesce a conquistare un più ampio consenso nell’opinione pubblica? Una domanda che infine comprende non soltanto l’uso delle strategie culturali degli artisti contemporanei ma anche e soprattutto l’opinione che di questi ha l’uomo comune. Si sa che sull’idea dell’arte ciascuno ha concezioni disparate, ma ciò che caratterizza il nostro presente è l’opinione diffusa che questa “critica” comune possa essere espressa senza alcun criterio culturale. In altri termini uno dei motivi di distacco dell’arte contemporanea, dovuta senz’altro anche all’atteggiamento delle istituzioni e degli artisti, è che sia qualcosa di incomprensibile e fine a se stesso. Un ambito compreso dalla maggior parte delle persone come una sorta di plumbeo sistema genericamente ostile ed in cui alcuni furbacchioni riescono a guadagnare e vivere bene in maniera per lo più inesplicabile.

Proprio negli stessi giorni della mostra il Goethe Institut di Roma promuove un dibattito su tematiche simili nella constatazione della necessità dell’arte pubblica come elemento traino per la comprensione del contemporaneo. Sono molti gli artisti che hanno dedicato a questo tema la loro intera vita professionale e la maggioranza dei protagonisti del sistema dell’arte comprende quanto sia delicato e fragile il rapporto che determina il consenso pubblico, piuttosto che quello critico consapevole. L’opera pubblica, manifesta, che appare senza alcuna richiesta da parte del fruitore è quella che maggiormente si presta a critiche ostili e sicuramente riguardo al progetto Enel Contemporanea non mancheranno le solite voci di protesta sulla presunta inconciliabilità dell’opera esposta, per i costi, per l’occupazione della visibilità pubblica, per le scelte.

Il problema grande che pone l’arte pubblica è quella della distanza fra la proposta e la ricezione. Una distanza che segna non soltanto la diversificazione critica di chi sceglie ma anche e soprattutto l’incomunicabilità che da decenni separa il mondo della ricerca contemporanea dal sentire comune. Riuscire a fare dell’arte pubblica senza critiche è a mio avviso impossibile, ci sarà sempre qualcuno offeso da un’idea, ci sarà sempre chi vedrà nell’estensione dell’arte un’azione di disturbo e di rottura. Ma in un territorio metropolitano espanso queste critiche retrograde, nate spesso dall’incapacità interpretativa possono essere battute soltanto dal proliferare di segni manifesti, dalla resa pubblica delle azioni culturali poiché naturalmente intendiamo la proposta dell’arte pubblica solo in funzione della sua evidenza di valore culturale.

Nasce così Enel contemporanea e al tramonto in una serata tiepida ci si ritrova dentro una complessa kermesse politico culturale. Respirare la fragranza estetica di questo “energico” rinnovamento, con l’Ara pacis avvolta dalla struttura architettonica di Richard Meier e sormontata dalla luna luminosa di Angela Bulloch, è davvero interessante.

www.enel.it/enelcontemporanea

Da sopra:

Angela Bulloch, Anroidika Descending the Staircase             (Anroidika mentre scende le scale), 2005, veduta dell’installazione/ installation view, Dior Shinsaibashi, Osaka, commissionata da/ commissioned by Dior 252 RGB sistemi di illuminazione con animazione video/ 252 RGB lighting systems with video animation, 700 x 900 cm, foto di/ photo by Daici Ano copyright Angela Bulloch

Angela Bulloch, Gang Of Four 16: Print No. 16 (Squadra di Quattro 16: Stampa n. 16), 2004, 16 moduli dmx, 1 scatola nera, stampa fotografica con cornice/ 16 dmx modules, 1 black, box, frame photographic print foto di/ photo by Carsten Eisfeld copyright Angela Bulloch

Angela Bulloch, RGB Spheres III (Sfere RGB III), 2005, veduta dell’installazione/ installation view, Modern Art Oxford, sfere di policarbonato, lampade, portalampade, cavo, regolatore dmx, sistemi di dimmer, pannelli murali/ polycarbonate spheres, lamps, lampholders, cable, dmx controller, dimming mechanisms, wall panels, ciascuna parete/ each wall 300 x 300 x 50 cm, foto

Angela Bulloch, Panorama Island (Isola panoramica), 1995, veduta dell’installazione/ installation view, River Thames, Londra, proiezione, luce colorata/ projection, coloured light, foto di/ photo by Stephen White copyright Angela Bulloch

Angela Bulloch, Repeat Refrain (Strofa Ripetuta), 2007, Rendering dell’installazione all’Ara Pacis, Roma/ Rendering of installation at the Ara Pacis Courtesy Ufficio Stampa Enel Contemporanea