RAR2016 – Radicali Arte Roma 2016

Paola Gandolfi – Simonetta Lux – Laura Palmieri  Giuliano Pastori – Simone Sapienza

 

 

ARTISTI e CRITICI CANDIDATI

per ROMA CAPITALE

e nei Municipi

PROPOSTE per la CULTURA e il SOCIALE

RADICALI 2016

 

Progetto per Roma, per una città libera culturalmente e all’avanguardia delle arti, e sostenitrice della partecipazione e del diritto alla conoscenza di tutti i cittadini, dei rom e dei rifugiati

 

Il nostro progetto nasce dalle considerazioni emerse da lungo tempo negli incontri fra artisti e comunità dell’arte e le istituzioni, rispetto alle quali abbiamo ritenuto necessario essere propositivi e pragmatici.

Le nostre proposte vogliono porre l’accento sull’apporto positivo, degli ARTISTI, dei poeti, degli scrittori, dei registi, dei musicisti, degli attori, dei drammaturghi, degli sceneggiatori, dei cantanti, dei creatori della moda, nella Capitale, apporto mai pienamente riconosciuto e mai comunicato ai cittadini come valore comune partecipabile e condivisibile.

L’immaginario artistico è fondamento della attivazione di un immaginario politico.

I nostri punti di base per una azione in Roma Metropolitana devono essere visti

  1. in relazione alla politica per arti a livello nazionale (MIBACT e altro),
  2. in relazione alla condizione del cittadino come si presenta a livello internazionale (la società globalizzata), e secondo le grandi linee della visione radicale per la libertà di espressione, la giustizia, per un carcere secondo i principi della Costituzione italiana e di un diritto umano universale, per il diritto alla conoscenza, per il rispetto dell’uomo nella sua individualità, contro la pena di morte, contro la tortura, contro la guerra

 

Noi partiamo da una visione approfondita sul campo specifico dell’arte e della cultura, ma inserita nella prospettiva transnazionale dei Radicali nel mondo globalizzato. Osserviamo inoltre che le iniziative già esistenti mancano di un carattere federalista e di modulazione concertata con i cittadini, mentre intendiamo ribadire la necessità e rivedere le modalità della concertazione con i luoghi istituzionali della decisione (troppo spesso stati muri di gomma contro progetti di valore)

 

I nostri punti di base sono:

 

– Spezzare il legame negativo tra i processi di Rigenerazione urbana e la Gentrificazione (una visione politica/sociale versus una visione speculativa)

– Rinnovare il tradizionale rapporto di concertazione pubblico-privato, per lo sviluppo di proprietà pubbliche e spazi vacanti.

-Creare attivi poli periferici (ma anche in centro città) per l’arte e la cultura (Studi/residenze per artisti /creazione, ma anche, insieme, attivare processi di formazione).

– Rafforzare – e crearne di nuove- le azioni già in corso congiunte con i temi della Giustizia e del Diritto alla Conoscenza (Carcere, Istituti di marginalizzazione, Periferie trascurate, eccetera) -Valutare il rapporto con le Fondazioni/Residenze per Artisti, private, già esistenti

-Valutare il rapporto con i collezionisti.

-De-gerarchizzazione/ De-burocratizzazione e affermare il Principio di Responsabilità di chi opera, progetta e dirige in Istituzioni (la questione dei Poli museali romani, e del loro funzionamento): sarebbe uno “sblocca/musei”.

– Ri-territorializzazione, ricollegamento al territorio, delle pratiche di valorizzazione della cultura

– Trasparenti i funzionamenti della Fondazione Quadriennale, del Museo MACRO, del Polo museale romano

-Questione dei Commissariamenti (che appare un modo per controllare politicamente senza risolvere)

-Questione delle Commissioni di reclutamento dei dirigenti e della necessità di proporre referenti di chiara competenza o chiara fama.

– Questione della dismessa pratica della eguaglianza di opportunità per i giovani (Costituzione)

– La legge del 2% sugli edifici pubblici (vige? va rinnovata?)

– Valutare la questione della “produttività” della cultura: rendere chiaro perché investire nella valorizzazione e tutela delle arti, rendere migliori e trasparenti i processi di Fundraising or fund raising (il processo di raccolta di contributi volontari o di denaro o di altre risorse)

 

Per valorizzare il ruolo sociale dei protagonisti dell’arte, pensiamo che occorra

  1. rintracciare spazi pubblici o ricreare strutture pubbliche da adibire a studi d’artista a prezzi non speculativi, luoghi concessi attraverso una selezione basata sui curricula e sulle attività culturali proposte e divenire un prototipo riproponibile per altri gruppi di artisti che tengano conto non solo delle peculiarità del gruppo, ma anche delle specificità territoriali.
  2. porre l’accento sull’apporto positivo, non riconosciuto, degli artisti sulla capitale e contemporaneamente portare avanti un processo d’integrazione: creare un centro nel quale gli artisti residenti a Roma, che non sono per forza romani ma lo sono diventati, si relazionino attivamente col territorio e con la popolazione.
  3. vogliamo far capire che la nostra proposta nasce da una considerazione di cosa accade a chi è all’interno delle fasce deboli (in qualche misura lo sono anche gli artisti). Osservando la politica culturale si possono notare moltissime discriminazioni: ad esempio, le mostre realizzate a Roma dove le donne sono sempre una minoranza, quando sono moltissime le artiste che lavorano sul territorio; l’ipocrita cultura razzista sulla quale si poggia l’economia di questi anni, per cui generazioni di persone che vivono a Roma non riescono a cambiare la loro storia d’immigrazione, vedendosi proposti lavori legati alla necessità; gli artisti disabili, che nell’essere menzionati, sono contemporaneamente etichettati. Vogliamo un progetto che dia rilevanza alle fasce deboli, ma che sia una testimonianza di integrazione nel non classificarle in maniera pregiudiziale.
  4. attivare un processo d’integrazione tra la realtà artistica/culturale e quella sociale attraverso la creazione di una RETE intermunicipale o Interbiblioteche di ARTiLABo (baci)Laboratori relazionali per l’arte, con i quali promuovere la conoscenza dell’arte, appoggiare la libertà di iniziativa creativa e fornire servizi formativi integrati e integranti a ogni cittadino, anche nei territori ai margini del centro cittadino, municipi o periferie più o meno degradate e comunque separate.

 

Ogni cittadino, pur nella lontananza, ha l’intuizione dell’importanza dell’opera degli artisti, degli scrittori, dei poeti, dei musicisti e dei cantanti, e di ogni creatore, per una idea di vita e di società libera e bella.

Questa idea TUTTI la hanno, ma come simulacro svuotato, non propriamente conosciuto e partecipato.

Basandosi su questa IDEA SIMULACRO dell’ARTE, vengono attivati dei processi di gentrificazione. Chi non vede cosa avvenuto a Roma nella zona di Piazza del Popolo (un tempo centro di scambi, studi e gallerie e librerie) o a Trastevere (irriconoscibile) o nel Ghetto ( quasi del tutto svuotato dei suoi abitanti originari), e, nel mondo, cosa sta avvenendo a Istanbul (drammaticamente), a New York, a Liverpool, a San Paolo in Brasile (negli ultimi 3 mesi sono stati uccisi centinaia di giovani abitanti nelle favelas, nell’ambito di un processo di valorizzazione del territorio, in vista del Campionato Mondiale di calcio che si terrà tra poco)?

Si attivano cioè dei processi a base solo speculativa (e non sociale) di rigenerazione urbanistica, immettendo – ad esempio- nei territori da restaurare e da valorizzare delle attività artistiche e culturali e gli artisti stessi. Questo fa salire il valore finanziario degli immobili e del territorio, e si innesca così il processo di vendita a prezzi rivalutati del patrimonio immobiliare, con conseguente espulsione degli artisti stessi e dei cittadini originari del territorio o quartiere rigenerato solo speculativamente. E

Questo sistematico sradicamento comporta la perdita dei legami sociali e in genere dei servizi, la perdita di memoria culturale e sociale dei cittadini, e quel senso di sfiancamento e pessimismo verso una migliore vita in Roma e verso un migliore futuro per Roma, che oggi domina la nostra città.

 

Vogliamo interrompere queste dinamiche perverse che vedono paradossalmente la categoria spesso disagiata degli artisti, come testa d’ariete della speculazione immobiliare, vogliamo rendere possibile l’incontro tra l’arte, la cultura e la creatività nelle sue molteplici forme con la richiesta di servizi sociali degli abitanti dei Municipi.

Il capitolo specifico per raggiungere questo obiettivo è: rinnovare il tradizionale rapporto di concertazione pubblico-privato, rapporto tra soggetto promotore e soggetto finanziatore (public investment/investimento pubblico e project financing/finanza a progetto), per lo sviluppo di territori, proprietà pubbliche e spazi abbandonati da restaurare e valorizzare.

Gli elementi decisivi per la soluzione dei problemi di abbandono edilizio e di mancanza
di spazi abitativi e sociali sono vari.

Innanzitutto è fondamentale il potenziamento del potere contrattuale delle pubbliche amministrazioni, attraverso lo sviluppo di strumenti normativi forti.

È altrettanto fondamentale considerare, all’interno delle politiche di
recupero
, il valore delle pratiche spontanee e delle loro potenzialità in termini di efficienza e costruzione di capitale sociale.

È infine determinante, per raggiungere un esito positivo, che si
instauri sempre un rapporto di concertazione tra le parti, possibilmente mediato dalle autorità
pubbliche ed all’interno di specifici modelli di supporto ai progetti di rigenerazione, che pongano
particolare attenzione agli aspetti della governance e delle partecipazione finanziarie.
Come sono differenti le situazioni di abbandono e le esigenze di spazi, sono altrettanto
molteplici gli elementi in grado di soddisfare le varie esigenze in campo: le
politiche pubbliche possono ricavare una serie di strumenti e modelli, da applicare in ogni specifica situazione)

Osserviamo inoltre che quando si fanno dei progetti nelle periferie c’è sempre un atteggiamento colonialista: si va, si elabora un programma, si espone e poi si abbandona; è necessario invece influire sullo sviluppo della zona, tentando di riqualificare il territorio attivamente e concretamente, prendendoci la responsabilità del nostro abitarvi. Viene spontaneo chiedere come riuscirci mantenendo salda la volontà di riqualificare a vantaggio di chi vive in queste aree o dei cittadini romani, senza lasciar spazio alla speculazione da parte dei privati, quindi è nostra intenzione individuare aree pubbliche e case popolari. La rivalutazione del territorio può avere origine da attività di tipo artistico che possono essere integrate con laboratori e stage che già molti di noi fanno in collaborazione con le università, le scuole, accademie, carceri ecc. In tal modo si creerebbero luoghi d’incontro in cui promuovere periodiche attività culturali. Si deve ricordare inoltre che intorno agli artisti vi sono sempre moltissime attività economiche, didattiche e ricreative. Vogliamo creare una rete di ARTiLABo(baci): una concezione federalista dell’arte, che si finanzi anche con fondi Europei che si eserciti in luoghi di proprietà pubblica o privati ex-industriali.

Primo passo è:

la ANAGRAFE PUBBLICA del PATRIMONIO IMMOBILIARE di Roma, e comunque

 AVERE ACCESSO ALLA CONOSCENZA DI TALE PATRIMONIO

Conoscere la realtà immobiliare del Comune, per operare una pianificazione funzionale nell’impiego degli spazi pubblici andando a recuperare luoghi già esistenti (Biblioteche, Scuole,) o riconvertire l’archeologia industriale.

 

Nostra proposta è:

Creazione di una rete di ARTiLABo(baci), collegati a reti esistenti (rete dei Municipi, rete del Sistema Biblioteche Di Roma).

Finanziamenti:

attraverso accesso ai fondi Europei per la cultura e /o per la integrazione

utilizzando le Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G., Delibera n18. Del 12 febbraio 2008

attraverso project financing, modulati socialmente e non solo speculativamente.

 

 

I SERVIZI EROGABILI negli ARTiLABo(baci) per i cittadini:

Formazione (integrata alla Creazione)

Creazione (Laboratori artistici, letterari, video, digitali)

Attività ludiche (per tutti)

Iniziative culturali relazionali (per ogni età, condizione e status)

Incontri di concertazione tra cittadini, artisti, amministratori pubblici e investitori.

 

 

 

 

Coordinamento RAR2016 – Radicali Arte Roma 2016

 

Paola Gandolfi – Simonetta Lux – Laura Palmieri – Giuliano Pastori – Simone Sapienza

Simbolo Radicalifoto LUX con Giulio Tuircato 1982Simonetta Lux con Giulio Turcato.

Quando andavo agli Incontri Internazionali d’Arte che si tenevano a Roma a Palazzo Taverna, verso la fine degli anni 60,  si discuteva del ruolo dell’arte e degli artisti, e Giulio Turcato interveniva e ci diceva sempre: “A noi artisti non interessa nulla dell’arte, a noi interessa il mondo e la condizione dell’uomo nel mondo contemporaneo”. Questo è il mio fondamento guida.