Black². An exhibition concept by Kostantin Grcic
A cura di Kostantin Grcic
Istituto Svizzero di Roma
Sala Elvetica
Via Liguria 20, 00187 Roma
Dal 12 dicembre 2010 a 12 febbraio 2011
www.istitutosvizzero.it
Ci sono forme che accompagnano la storia dell’uomo, affermando la propria potenza in ere e culture diverse: una di queste è il corpo squadrato, pulito, nero. Lo troviamo, prepotente nella propria semantica, dalla religione islamica, dove viene venerato dai fedeli in pellegrinaggio alla Mecca, alle produzioni più cool del mondo della moda e del design contemporaneo (e bisogna dire che l’aura che si porta dietro induce una sorta di venerazione anche in questo caso). A supporto della tesi e senza indagare a fondo sostrati culturali, potrebbe bastare chiedere a una qualunque persona cosa gli porta alla mente un oggetto nero e compatto, e quasi certamente nasceranno collegamenti spontanei a un concetto di raffinatezza, eleganza, perfetta funzionalità. 
Konstantin Grcic (Monaco, 1965), designer, ha scelto di celebrare questa forma eleggendola a leit-motiv di una mostra, Black². An exhibition concept, in cui l’acclamazione del corpo nero avviene nel vuoto bianco per eccellenza, un perfetto white cube. 
Negli anni Settanta Bryan O’Doherty, artista irlandese che teorizzò il sistema, scriveva: “In this context a standing ashtray becomes almost a sacred object, just as the firehose in a modern museum looks not like a firehose but an esthetic conundrum”. Ancor oggi queste parole rimangono insuperate per la loro immediatezza nel descrivere le sensazioni che questi spazi espositivi suscitano. La visita all’Istituto svizzero di Roma ne è la prova. Attraverso una scala si scende, e già l’atto invita a una predisposizione d’animo di religiosa reverenza, come all’ingresso di una cripta medievale, in un brillante e riflettente caveau candido, dalla cui luce emergono, al pari di minerali preziosi (e qui si potrebbe chiamare in causa il monolite nero di 2001: Odissea nello spazio), forme nere sottratte ai campi più diversi. Senza distinzioni gerarchiche, ci vengono offerte allo sguardo (e all’adorazione), guantoni da pugilato, teiere tradizionali giapponesi, una Moleskine, una Bibbia, una borsetta Chanel. Un mosaico di cinquantuno oggetti di culto, per ciascuno dei quali è indicato il designer e l’anno di produzione. Oggetti diversi ma accomunati appunto dalla forma (compatta) e dal colore (total black, nessuna eccezione è ammessa), a cui siamo portati ad accostarci con il medesimo rispetto, sia che si stia parlando di un giocattolo sia di una lapide (sì, c’è anche una lapide). Non importa che si tratti di oggetti d’uso quotidiano (qualcuno per tutti, come la BASF LH90, storica audiocasetta degli anni Settanta, qualcuno per i più fortunati, come il camino Art Nouveau The Bella combination), che siamo abituati a conoscere, maneggiare, magari anche rompere per disattenzione: ci appariranno sacri, intoccabili, da ammirare ma da non toccare, quasi che le nostre impronte su quelle superfici lucide potessero sporcare l’incantesimo che le pervade o, peggio, contaminare con l’umano la divinità della perfezione.
Defilato, relegato su un lato sotto un piano cottura a induzione, anche un oggetto dell’artista: una seduta tavolino (Diana B, 2002), la cui posizione nell’allestimento ci svela l’approccio concettuale del designer, volto a proporre la teoria del nero prima che le sue creazioni, che fa della cura e della sua creazione fisica la prima opera. 
Abbiamo un fuoco prospettico che indica un oggetto più importante degli altri? Spazialmente no, anche se non può non richiamare il nostro sguardo, e le nostre riflessioni, l’esposizione di un trolley (Iata, Salsa, Richard Morszeck, 2000) appeso in posizione angolare, contemporaneo Quadrato bianco su sfondo nero. Quasi che nel mondo contemporaneo, il Krasny Ugol, l’angolo sacro, voglia o possa invitarci a un viaggio fisico prima che spirituale. Ovviamente e rigorosamente in nero.
1 e 2. Black² . An exhibition concept by Kostantin Grcic, veduta dell’allestimento

3. Posacenere (Bruno Munari, 1957) e Sacra Bibbia (Cambridge University Press, 1950 ca)

4. The Black album, Prince (Warner Bross, 1987), Diana B (Grcic, 2002), CI 481 102 Piano cottura a induzione(Strayle, 2009)

5. Iata, Salsa (Richard Morszeck, 2000) eUse it containers (Costantin Boym, Laurene Leon Boym, 1995)