Da Trulli M., Entretien avec Paul Wiedmer à propos d’artcanal 2006/07, in Fluid Artcanal International (cat.mostra), edition clandestin, Biel Bienne, 2006 p.10 Spieler R., Im Fluss globaler Welten, Fluid Artcanal International (cat.mostra), edition clandestin, Biel Bienne, 2006 p.29

Artcanal International è un progetto espositivo di arte nella natura nato in Svizzera su iniziativa dell’Association Artcanal che ha visto la sua prima edizione svolgersi nel 2002 sul Canal de la Thielle, corso d’acqua che congiunge il Lago di Neuchatel da quello di Biel/Bienne. Una situazione di confine tra il cantone del Giura francese ed il cantone tedesco di Berna, una linea d’acqua che demarca il confine tra due territori di diversa tradizione, lingua, cultura che ritrovano, in una esposizione d’arte contemporanea un’occasione di confronto e dialogo. Dopo la prima fortunata edizione del 2002 infatti, Artcanal International torna nello stesso luogo secondo delle direttive curatoriali che, nel tempo, hanno inteso raffinarsi e trasformare questo appuntamento, come sostiene Paul Wiedmer direttore artistico della manifestazione, in “ una delle più importanti triennali di scultura all’aperto nel panorama artistico elvetico ”.
A caratterizzare in senso internazionale l’evento è la sua conformazione itinerante: dopo essersi svolta da maggio ad agosto in Svizzera, Artcanal il 27 settembre si inaugura a DaeJeon City in Corea del Sud e, nell’estate del 2007, a Berlino, lungo lo Sprea. La partecipazione di quarantacinque artisti provenienti da Svizzera, Corea del Sud e Germania consente una riflessione di carattere interculturale sulla tematica proposta: fluid. L’acqua intesa come elemento vitale universale, la fluidità come luogo di contaminazione, interscambio di energie culturali e, infine, l’attualissima problematica dell’accesso all’acqua. Un luogo ed un tema comuni sui quali gli artisti si confrontano sviluppando il proprio intervento al di sopra di un’isola galleggiante, una piattaforma a pelo d’acqua che rende possibile la realizzazione di opere a stretto contatto con l’acqua, con la fluidità. La concezione delle opere è necessariamente site-specific, anche se progettata per tre luoghi diversi accomunati dalla presenza di un corso fluviale. L’acqua pertanto torna ad essere elemento che separa ed unisce, costringe e permette. La presenza del canale in questo, come in altri contesti infatti, permette la navigazione, il trasporto di merci, lo svilupparsi di rotte commerciali, flussi turistici, consentendo lo scambio, il dialogo. Allo stesso modo è un segnale di demarcazione, di distinzione tra due territori differenti. Nello specifico del Canal de la Thielle, la presenza artistica diventa elemento di dialogo e punto di convergenza tra identità culturali differenti, tratto comune ed unificante. La selezione degli artisti partecipanti ha inteso porre a confronto, per ciascun paese di origine, artisti di fama internazionale, nazionale e giovani talenti. Ne nasce un singolare percorso di arte sull’acqua che si sviluppa articolandosi secondo una presenza di estetiche fortemente diverse, ciascuna tesa ad instaurare in modo originale un dialogo con il contesto. In questo senso emerge la distanza profonda tra l’arte mitteleuropea (Germania, Svizzera) e quella estremo-orientale (Corea del Sud). In questo la diversità, che segna significative discontinuità lungo il percorso, diviene tratto peculiare, caratterizzante di una riflessione che si alimenta di riferimenti a tradizioni locali, a valori religiosi ed a concezioni di armonia e spazio totalmente diverse. Tali diversità tendono ad emergere in modo rilevante se si pongono a confronto, ad esempio, Export di Stefan Sous, un vagone ferroviario immerso nell’acqua, e Work 2 di Jae-Hyo Lee, arca realizzata con tronchi di legno. La concezione orientale dell’armonia dello spazio, contemplata anche nei giardini giapponesi, non consente l’instaurarsi di un rapporto invasivo con l’ambiente; nelle opere di alcuni artisti tedeschi e svizzeri invece emerge sicuramente la volontà, manifesta anche nell’uso dei materiali, di creare delle sinergie antitetiche, dei contrasti proficui tra opera e contesto utilizzando ferro, acciaio, motori e nuove tecnologie. L’allestimento delle opere non consente una distinzione rigida di questi caratteri, le opere sono installate secondo una sequenza che alterna opere di diversa provenienza; si verifica così una sorta di melting pot artistico che vede avvicendare opere di carattere pop (Propaganda di Kil II Lee o Transfer di Christoph Poeggeler) a raffinate sperimentazioni sul tema dell’acqua come forma (Infinity pool di John Armleder e Water Drop on the River di Kyu-Chul Ahn) sino a paradossali installazioni che tendono a decontestualizzare oggetti ed ambienti per creare situazioni ironiche (l’Ape Piaggio in equilibrio sull’acqua di Mobil Lighthouse di Paul Wiedmer o la toilette socialista di Uwe Schloen in Naszelle). L’acqua perciò diviene ponte di comunicazione tra storie e persone altrimenti distanti, la riflessione estetico-formale rientra così nell’obiettivo di costruire un network internazionale di relazioni, identità e progettualità artistiche. Un’esposizione che non perde di vista il contesto d’azione locale, le cosiddette periferie dell’arte, cercando così di valorizzare talenti e sperimentazioni artistiche lontani dai grandi centri dell’arte contemporanea. Il progetto Artcanal si pone in tal modo l’obiettivo di analizzare paesi artisticamente emergenti, in questo caso la Corea del Sud, al fine di promuoverne gli artisti più interessanti. Secondo gli organizzatori, la difficoltà che alcuni di questi paesi riscontrano, nonostante la presenza in Oriente di importanti biennali (Gwangju, Shangai) è quella di non riuscire ad affermare una propria arte che non tenda ad essere conformata ai modelli ed alle richieste del mercato occidentale, essendo quest’ultimo a dettare il valore dell’arte contemporanea oggi. Per questo Artcanal intende porsi non come format applicabile ed esportabile in ogni contesto, bensì come momento di riflessione artistica locata, di intervento site-specific, mantenendo quale obiettivo prioritario, un certo tipo di integrazione glocal tra arte e identità locale. Proprio secondo questo intento, la prossima edizione vedrà il suo svolgimento tra Svizzera, paese capofila del progetto, Egitto e Finlandia.

Dall’alto:

Stefan Sous, Export, 2006

Kil II Lee, Propaganda, 2006

Paul Wiedmer, Mobil Lighthouse, 2006

Christoph Poeggeler, Transfer, 2006

Uwe Schloen, Naszelle/Sanitary cell, 2006