Los Angeles- Il MOCA, Museo di Arte Contemporanea di Los Angeles, ha aperto con grande anticipo la mostra Skin+Bones. Tutto lo spazio del Museo è occupato da questa esposizione che rimarrà aperta fino al 5 Marzo 2007.
Organizzata dal MOCA e curata da Brooke Hodge, curatrice del Museo di Architettura e Design, Skin+Bones è la prima grande esposizione che connette in una estesa similitudine l’architettura contemporanea e la moda.
Esplorando il parallelo tra “Skin” (pelle) superficie esteriore e “Bones” la cornice strutturale, la mostra si concentra su vestiti ed edifici negli ultimi 25 anni. Quarantacinque tra i più creativi fashion designers e architetti sono rappresentati da 300 oggetti.
Da un unico sbalorditivo modello haute couture a modellini sofisticati di architettura e speciali installazioni in grande scala. Una opportunità unica per molti visitatori negli Stati Uniti.
L’intero edificio del MOCA rinnovato dall’architetto Arata Isozaki si è trasformato in questa occasione da una dinamica installazione di due architetti di New York: Calvin Tsao e Zack Mcknow.
Ralph Pucci, designer di mannequin e mobili industriali di New York e Los Angeles, ha provveduto
per i 60 mannequins della mostra. Semplicemente chiamati: Manikin, l’ultima serie di creazioni design
di Pucci, così Patina-V, un designer californiano ha donato 45 mannequins.
L’origine di Skin+Bones risale al 1980, questo il punto di partenza di un significativo evento di
cambiamento culturale sia nella moda che nell’architettura, quando i giapponesi fashion designers Rei Kawakubo (Comme des Garçon) e Yohji Yamamoto introducono per la prima volta il concetto di decostruzione, durante l’evento “Paris ready-to-wear” collections nell’aprile 1981. Il risultato creava un’onda permanente nel mondo della moda, una sfida all’idea della bellezza, della femminilità e della
moda. Le misure sproporzionate spesso asimmetriche di vestiti neri, che venivano presentati, con buchi, con bordi non finiti, contrastavano con i perfetti tagli di sartoria che molti designers disegnavano in quegli anni. Subito dopo nel 1982, l’architetto Bernard Tschumi vince una competizione internazionale di design per il Parc de la Villette, un progetto urbanistico a Parigi.
Il suo design e la collaborazione tra l’architetto Peter Eisenman e il filosofo francese Jacques Derrida,
serviranno ad introdurre l’idea di decostruzione presso il grande pubblico.
La visione di Taschmi annunciava una nuova direzione di percezione dell’edificio nel pubblico, simile
all’effetto che Kawakubo e Yamamoto avevano suscitato sulle nuove possibilità della moda.
In questa articolata vicenda di fertile dialogo un altro evento importante è stata la mostra curata da
Susan Sidlauskas nel 1982 al Massachusettes Institute of Technology, chiamata “Intimate Architecture: Contemporary Clothing Design”, la quale, per la prima volta, esaminava l’aspetto formale della moda da un punto di vista architettonico. Dal 1980 molti fashion designers d’avanguardia guardano l’indumento come una costruzione architettonica, così come nello stesso tempo in molti campi dell’architettura si usano nuove forme e materiali.
Skin+Bones, segna il lavoro di grandi talenti della moda oggi, come l’innovativo lavoro di promesse nel design architettonico:
Hussein Chalayan, Comme Des Garcons, Alber Elbaz for Lanvin, Tess Giberson, Yoshiki Hishinuma, Elena Manfredini, Maison Martin Margiela, Alexander McQueen, Miyake Issey, Narciso Rodriguez, Ralph Pucci, Nanni Strada, Yeohlee Teng, Olivier Theyskens, Isabel Toledo, Dries Van Noten, Viktor & Rolf, Junya Watanabe, Vivienne Westwood, Yohji Ymamoto e J.Meejin Yoon/ MYStudio.
Architetti emergenti e di fama internazionali:
Shigeru Ban, Preston Scott Cohen, Neil M. Denari Architects, Diller Scofidio + Renfro, Winka  Dubbeldam/Archi-Tectonics, Miralles Tagliabue/EMBT Architectes, Eisenman Architects, Foreign Office Architects, Future Systems, Frank Gehry, Zaha Hadid, Herzog & de Meuron, Toyo Ito, Jakob + Macfarlane, Greg Lynn FORM, Morphosis, Neutelings Riedijk, Jean Nouvel, Office dA, Rem Koolhaas/OMA, Kazuyo Sejima + Ryve Nishizawa/SANAA, Testa & Weiser, Bernard Tschumi, and
Wilkinson Eyre.
La mostra è divisa in 10 sezioni: La prima galleria presenta una installazione di Viktor & Rolf e la
famosa collezione di Bambole Russe. La sezione successiva concerne una serie di installazioni tra moda e architettura con 4 temi: “Identity”, “Shelter”, “Geometry” e “Creative Process”.
Le altre sezioni a susseguirsi: “Structural Skin”, “Constructing Volume”, “Construction, Reconstruction, and Deconstruction”, “Tectonic Strategies” che, a sua volta, conduce a sette sotto-settori: ” Wrapping”, “Folding”, “Draping”, “Pleating”, “Printing”, “Suspension”, and “Cantilever”
La mostra si conclude con due progetti che illustrano il concetto di “Effect and Emphemerality” nella moda e nell’architettura.

MOCA. Grand Avenue, Los Angeles
November 19, 2006-March 5, 2007

Ha collaborato a questo articolo Alessandra Romano

Dall’alto:

Viktor & Rolf – Russian Doll (Babushka), 1999-2000

J. Meejia Yoon/ N.Y. Studio

Greg Lynn Form – Red Structure

Yohji Yamamoto (sezione “Wrapping”)
Red Dress
back view: Comme Des Garcons

Frank O. Gehry – Walt Disney Concert Hall,1987-2003

Vivienne Westwood (sezione “Draping”), 2005-2006

Miyake Iseey – Rhythm Pleats

Herzog de Meuron – National Stadium for 2008 – Olympic

Foto di Luigia Martelloni