“Forse bisogna essere morsi da un’ape velenosa per mandare messaggi e pregare le pietre” da Alda Merini, Vuoto D’amore, Einaudi 1992

Monday 23th/02/2004: The Prisoner
S.L.: (by phone, the only way to have a connection with her, spiegherò più oltre). Hallo Louise, I’m Simonetta Lux, come stai? Dì solo “si” o “no”! Sei “prigioniera”?
L.B.: Yes yes: “I nie so I denye!” (Io nidifico così io nego).

S.L.: Yesterday Sunday 22 in effetti sono arrivata con le mie assistenti Lucrezia Cippitelli ed Eden/Emanuela De Notariis. Due dottorande, borsiste dell’Università di Roma. Come sa bene per incontrarla e intervistarla: ma adesso capisco. Ieri, domenica, arrivammo alle tre in punto. Come ci hai chiesto, siamo arrivate. Una “woman dog” abbaiante ha cominciato a gridare che era impossibile fare l’intervista, il film, le fotografie, le registrazioni che desideravi e che ci avevi più volte confermato per telefono. Adesso capiamo che sta accadendo. Dici “sì”, sei prigioniera. Ecco perchè quella donna/cane sputava fuori che non eri autorizzata a prendere quelle decisioni di contatto salvo Jerry Gorovoy, il tuo assistente!
L.B.: Si si, è vero. Ma amo più vedere il lavoro degli artisti che non far vedere il mio debole corpo novantatreenne che si appoggia. Mentre la mia mente è potentissima, salvo la volontà che è intercettata, come ieri mentre eravate lì fuori la porta e quella strega rifiutava di dirmi che voi eravate arrivate, mentre io vi desideravo…
Ma insomma, io avevo dimenticato di dirlo a Jerry!

S.L.: Ma com’è possibile per te accettare una simile imposizione di potere? Una simile imposizione di immagine? Tu che hai parlato per tutta la vita, e con le tue opere, di “decostruzione” e di “de-gerarchizzare”? Tu che hai creato opere così importanti per noi come La distruzione del padre/La ricostruzione del padre? Allora la ricostruzione non c’è, allora non è iniziata?! Oppure quel padre riappare in questa pseudo forma che è la “regola del sistema dell’arte”?
Tu per esempio ha un contratto con la galleria “XXX” di New York. Questo contratto ti impedisce di avere quel gioco di relazioni che avevi immaginato sin dal 1947 essere proprio lo specifico dell’opera d’arte contemporanea, cioè dell’arte del Secondo Novecento?
Quanto la pagano per controllare il tuo teatrino della domenica?
L.B.: Poco, credo… Non mi importa… Vedo tuttavia quella che voi chiamate strega girare con una sua macchina da presa e filmare tutti i miei incontri con i giovani artisti. Così quando sarò morta si potrà vedere ciò che attraverso i miei occhi è entrato nella mia mente… Hi hi hi, ma non potrete vedere il mio pensiero, che tuttavia sarà eterno.

S.L.: Dici poco, e ci credo… Ho intravisto quello stanzone spoglio del tuo studio. Anche la casa, dall’ingresso sembra semplice (bella, ma povera)… Resta una casa propria, da artista…
L.B. (Si avvicina ad S.L. e le dice all’orecchio a bassa voce): La mia custode cerca di non farmi sapere il mondo, ma intravedo, sento intorno, qui a New York, odio, frustrazione, depressione. Quest’esercizio del potere, dell’uno sull’altro, quale che sia…! Merdre Merdre Merdre.

S.L.: Questo alto costo per far entrare nella storia pagine, opere, “proprii oggetti”, vale la pena… Fare entrare nella storia opere… e le idee?
Quella tua idea di mostrarsi “nelle gabbie”… Depression I e Depression II… I 2000 disegni di alcune notti di venti anni fa… I disegni dell’insonnia e la gabbia… Forse sono già una tua risposta…
L.B.: Si si. Gabbie e Insomnia drawings, sono, mostrano un’insuperata e insanabile contraddizione insanabile…

S.L.: Diventano Arte se entrano in quel sistema violento, e allora dentro quella violenza non sono più arte? Possono essere ancora arte? Ma la contraddizione insanabile della vita-arte e arte-morte… Ma tu sei viva?
L.B.: vvvvvoooooooooooooooooooooooooooooo: senti il vento nelle Avenues? Io soffio/ io volo con quel vento che ancora scorre misto al polverone delle due torri. Che ancora scorre negli interstizi delle strade, delle case, dei nostri pori della pelle… Di loro, degli Americani, potenti e deboli, sadici e masochisti…

S.L.: L’odio scorre e si alimenta di gesti quotidiani. La violenza di molti sui pochi, il cittadino che sale su un taxi “è il tuo padrone”, dice l’ingegnere meccanico romeno che guida il nostro taxi. “La licenza è facile. Chiunque salga dentro le mura di metallo è il tuo padrone. Puoi morire in un soffio…”.
L.B.: Tutto si sa… Questo è noto. Separare il sistema del bene dal sistema del male, la grande illusione… Sistema del sapere e sistema dell’azione del mondo, arte/scienza e politica difficilmente sciolgono il loro intreccio…

S.L.: L’odio scorre nelle streets e la depressione però non può non albergare nelle case/stanze che dovrebbero proteggerti, essere culle…
L.B.: Le madri… che fanno le madri per questi bambini…

S.L.: Tradizionalmente (spontaneamente) si cacciano di casa troppo giovani… Tu Louise Bourgeois parli del Picasso degli anni Trenta: Minotaoure, Bataille, il copro deformato, il corpo a pezzi… La tua opera nel marmo di Carrara con brani di corpo in una materia nobile… E Francis Serrano che fa vedere corpi/pezzi nell’obitorio con il cartellino? Very Elegant! Molto identfying! Esthetical! Domina l’accettazione della depŽnse, della dispersione, della separazione… la disunità domina in tutte le forme.                                                                                              L.B. La gabbia… La casa/nido… Il corpo/sacco… L’androgino infine… Non si può che mostrare la condizione dell’uomo nel mondo…

S.L.: Penso all’illusione dell’androgino, mira classica e poi rinascimentale, all’unione e mescolanza dei sex. E Schwarzenegger, penso, governatore della California, che vuole proibire il matrimonio tra uomini e donne dello stesso sesso…
L.B.: Ha ragione… che cos’è questo desiderio di burocrazia del sesso, che è quest’istituzione? Questo eros/life fixed!… Che cos’è questo mescolare sacro e profano, sistema del sapere e sistema del potere, eros/vita ed eros/morte… Il corpo è tutto il corpo è niente.

S.L.: Occhi aperti, ragni, tessere e disfare…

Dall’alto:

Couple, 2000

Louise Bourgeoise nel 1992

Spiders, Rockefeller Center, New York estate 2001

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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