Milan Kunc è nato a Praga nel 1944, nel 1969 emigra, dal 1970 al 1975 è allievo di Joseph Beuys e Gerhard Richter presso l’accademia statale di Düsseldorf, nel 1979 fonda con Jan Knap e Peter Angermann il Gruppo Normal, negli anni seguenti vive e lavora a Colonia, a Roma, a New York. Dal 2001 ritorna a Praga.

Susanna Horvatovicova: Recentemente avete inaugurato a Roma due vostre personali: la mostra Prospettive Ribaltate: Milan Kunc e Silvia Iorio tenuta presso l’Istituto Culturale Ceco, e Sul filo dell’Enigma nella galleria Maniero. Avete esposto altre volte in Italia e a Roma? Il contatto con la cultura italiana ha in qualche misura influenzato il vostro lavoro?
Milan Kunc: Non è la prima volta che espongo a Roma. La prima volta che ho esposto è stato nel 1977 ne La Nuova Pesa in via del Corso insieme a Salvo, Dokoupil e Giorgio Condò. Grazie a questa mostra ho deciso di rimanere a Roma per due anni; per gli artisti, allora, questa non era proprio una scelta di tendenza, lo era piuttosto andare a New York. Anche se in realtà il mio principale domicilio a quel tempo rimaneva la città di Kolim nad Ryneni (ex Cecoslovacchia). Dell’esperienza di Roma mi ha naturalmente influenzato il grande passato, il neoclassicismo. Studiavo l’arte etrusca, il neoclassicismo e il barocco. Ho preparato molti disegni che, infine, sono stati presentati nella galleria La Nuova Pesa. Grazie all’interessamento di Simone Marchini è uscito il catalogo “Disegni di Milan Kunc”, pubblicato da Luca Editore. I miei quadri invece, per quanto riguarda il tema e lo stile, hanno ricevuto un’ispirazione neoclassica. Mi interessava anche dipingere la luce.

S.H.: Alla fine degli anni settanta avete partecipato alle prime mostre internazionali in Europa e in America con il Normal group . Come è nata la vostra collaborazione con gli artisti Knap e Angerman con cui avete formato il Normal Group ?
M.K.: Il Normal group è nato a Düsseldorf nel 1980 ed è durato circa un anno. Dipingevamo insieme quadri collettivi a più mani. Abbiamo esposto a New York (1980), a Parigi (XI Biennale del 1980), a Dusseldorf, a Bonn, in Sicilia e a Ghibellina e in altri luoghi del mondo. Ci siamo lasciati ispirare e influenzare a vicenda, in seguito però ognuno è andato per la propria strada. Nel 2005, è stata organizzata una retrospettiva dedicata al Normal group all’interno della II Biennale di Praga (organizzata dal direttore della rivista Flash Art).

S.H.: In quale situazione politica e sociale sono nati gli assemblaggi come Ost Pop che avete presentato presso l’Istituto Culturale Ceco a Roma (14.02.-23.03.2007)? quale valenza politica hanno i simboli e segni avete attribuito all’epoca a questi lavori?
M.K.: Ost Pop è il nome del ciclo che è sorto in Germania tra il 1978 e il 1979. Si tratta di collage, assemblaggi, quadri e oggetti che mostrano l’ambivalenza tra il Consumismo e l’Ideologia (Politica). Sono lavori veramente ironici; sono stati creati a Dusseldorf in seno all’estetica “Punk” vigente all’epoca. Più tardi, dopo la caduta del blocco comunista nel 1986 con il presidente Gorbaciov e dopo il crollo del cosiddetto “Blocco dell’Ovest” e della SSSR nel 1989, è diventato evidente come i miei lavori avessero per l’epoca un contenuto profetico. Non a caso, oggi dilagano nell’intero pianeta i simboli della globalizzazione e del consumismo…

S.H.: Nella mostra Sul filo dell’enigma tenuta nella galleria Maniero avete presentato i vostri lavori più recenti ispirati al paesaggio europeo nordico e mediterraneo. In quale misura combinate e riportate nella pittura esperienze personali con citazioni colte?
M.K.: Nella galleria di Liliana Maniero i paesaggi dipinti sono soprattutto immaginari, la maggior parte sono nati in Toscana. Ho manipolato nei dipinti le esperienze che ho acquistato in diversi luoghi dove ho vissuto nel Nord Europa, in Italia e in Repubblica Ceca.

S.H.: In genere, manipolate realtà e luoghi, dipingete situazioni assurde e controsensi. Dietro le vostre visioni ironiche e fantastiche è forse sotteso anche, in alcuni casi, un intento critico o sociale?
M.K.: Sull’ironia e sull’assurdo è stato già detto molto! Nulla di nuovo, se si afferma che l’ironia appartiene al linguaggio moderno contemporaneo, e che ciò che un tempo era assurdo ora è completamente normale. In genere, ritengo che la pittura e la produzione scultorea sono uno degli ultimi beni del genere umano. E’ una delle ultime libere professioni insieme alla crescita dell’elettronica. L’arte deve affascinare di nuovo ed essere fonte di ispirazione.

S.H.: Quali sono i vostri progetti futuri?
M.K.: Quest’anno sto preparando una mostra al Kunsthalle di Düsseldorf e poi a Belfast in Irlanda nella Naughton gallery.

Roma – Praha 22 marzo 2007

 

MILAN KUNC, PROSPETTIVE RIBALTATE retrospettiva sul ciclo Ost Pop, Istituto Culturale Ceco a Roma (14.02-23.03.2007)

Commerz Pank, assemblaggio, 154 x 63 cm, 1978
Coca Cola Martello, spray, olio su tela, 148,5 x 152 cm, 1978

MILAN KUNC, SUL FILO DELL’ENIGMA
mostra personale presso la Galleria Maniero, Roma (15.02-15.03-2007)
Aspirazione, olio su tela, 100 x 120 cm, 2002
Parco d’inverno, olio su tela, 100 x 120 cm, 2004
Luna piena, olio su tela, 80 x 100 cm, 2006
Madre Chiesa, Olio su tela, 60 x 70 cm, 2006