Unconditional Love
Arsenale Nuovissimo, Venezia
A cura di Alexandrina Markvo, Alinda Sbragia, Christina Steinbrecher; curatore straordinario del progetto AES+F Olga Sviblova.

Alla declinazione delle diverse percezioni e sfaccettature dell’amore, da quello più puro a quello più torbido, si ispirano le opere esposte nel nuovo spazio industriale di San Cristoforo delle Tese, uno spazio vuoto di circa 100mq dove si raccontano le immagini/visioni dei diversi artisti invitati, diversi per generazione, formazione, nazionalità, tecnica utilizzata, un po’ a sottolineare proprio nel progetto curatoriale una visione dell’arte il più ampia possibile e senza confini di alcun tipo.
Ognuno degli artisti declina Unconditional Love attraverso il suo immaginario e la sua grammatica espressiva.

Lo storico Rest Energy del 1980 di Marina Abramovic, una foto della performance in cui Ulay punta la freccia del grande arco, che li allontana e unisce, al petto dell’artista, direttamente  al cuore, suggerisce una immagine di grande tensione in cui amore e morte sembrano sovrapporsi.
Nella serie delle Vergini Guerriere del 2006, realizzate in collaborazione con Jan Fabre, l’immagine di Abramovic, chiusa in una lucida armatura, novella Giovanna d’Arco, appare in inquadrature fortemente pittoriche: mentre tiene tra le mani un cuore/trofeo; mentre si accascia ferita tra le braccia del suo commilitone in una immagine sovvertita della iconografia della pietà in cui è lei, la donna, che appare in luogo del cristo dolente, in una posa in cui alla tenerezza e all’emozione degli sguardi fa da contrappunto la rigidità e freddezza delle armature in cui entrambi i personaggi sono chiusi.
In un gioco che coinvolge, nella interattività, lo spettatore con una forte ironia si muove la serie delle Sedie dell’Amore di Samuel Adams.

Il video di AES+F The Feast of Trimalchio è presentato in anteprima alla Biennale 09 dal gruppo, che nella passata edizione esponeva nel Padiglione russo. Il progetto è realizzato usando la tecnica di foto e animazione 3D ad alta risoluzione e si compone di tre parti di uguale durata; in ognuna è rappresentata una parte conclusa, proiettata simultaneamente alle altre due. La video-installazione è presentata come proiezione panoramica completa (360°) su 9 schermi, posizionati in un cerchio avente come diametro 15-20 metri, che avvolge lo spettatore. La cena di Trimalcione si ispira naturalmente al Satyricon di Petronio ed in particolare al frammento dell’opera della cena di Trimalcione, trasponendola in un luogo immaginifico, un moderno resort di lusso posto insieme su spiagge caraibiche e montagne innevate, in cui i moderni Trimalcioni, i “padroni”, si intrattengono in  parodie di orge e promiscuità con i “servi” giovani di diverse etnie, quasi un gioco di ruoli ribadito dalle uniformi. Nella straniante lentezza dei movimenti e nelle immagini di bellezza giovanile e glamour sembra delinearsi una nuova connotazione estetica tutta giocata sulla superficie.

Jaume Plensa nella sua cascata di parole scompone il testo della dichiarazione dei diritti umani in frammenti e lacerti, utilizzando il linguaggio gibberish, uscendo dagli schemi consueti della comunicazione verbale ed enfatizzando la dicotomia tra la grandezza dell’amore e il limite delle parole; da una parte l’elenco dei diritti degli uomini insieme alla consapevolezza della loro disattenzione in tante situazioni.
In una sperimentazione del medium fotografico l’opera di Artists Anonimous, in cui l’artista dipinge utilizzando le “immagini residue”, il negativo fotografico cui l’ambiguità della immagine pittorica rimanda.
Mentre Angelo Bucarelli gioca con il significato scultoreo delle parole Unconditional Love, con una immagine che rimanda nel lucido opaco del metallo usato, alla prigionia, alla privazione della libertà ad una incondizionata preghiera.
Sull’assonanza tra “lava” e “love” si appunta l’attenzione di Aristarkh Chernyshov che propone in questo oggetto di modernariato/lampada una serie di colorate e giocose immagini legate a sesso, amore e pornografia, che si muovono e confondono lenti nel fluido colorato.
Si muove tra l’arte ed i suoi sconfinamenti nella cultura contemporanea Wim Delvoye che nella sua serie dei Raggi X, di cui propone due opere,  rimanda ad una immagine presa della sessualità e resa astrusa e distante dal ricorso alla grammatica medica della radiografia. Dasha Fursey indaga invece con la sua ricerca il tema della vita e bellezza eterna nella sua immagine simbolo: Dorian Gray, che rilegge attraverso una inattesa ottica scientifica.
Con la sua peculiare perizia tecnica Milton Manetas rilegge il tema dell’amore all’insegna della sua consueta grammatica di periferiche e cavi di computer, resi attraverso una tradizionale e iperrealista pittura ad olio su tela.

Nel video di Amalgul Menlibaeva Exodus, ispirato ad un racconto kazako e alle origini dell’artista stessa, il cambiamento/mutazione delle due donne in uccelli si esprime in un tempo insieme immobile e concitato. Il termine geologico Hadal, che suggerisce le profondità oceaniche, viene scelto da Angelo Musco per il suo vortice di figure umane/patterns che ne creano il dinamismo.
Sulla presenza/assenza della sua figura nell’autoritratto fotografico gioca Youssef Nabil, mentre Velena Verikova suggerisce parti anatomiche mostrate e scomposte dalle sue esplosioni di luce.
Olimpia Scarry si muove invece sulla idea della separazione, della incomunicabilità, attraverso la sua lingua abbacinante di materia e luce bianca.
Alla tradizione medievale russa del ricamo con perline e ad un mondo creativo in bilico tra arte visiva e design si ispira Olga Soldatova.
Nata dalla suggestione di uno strumento di tortura e punizione, l’opera di Vadin Zadara si dipana attraverso un gioco di significati in cui la sensualità e la sessualità possono perdersi nel loro estremo.

Dall’alto:

AES+F, The Feast of Trimalchio, 2009, particolare, HD Video Installazione, 9 channels, sound, 19 minuti; Video (digital animation), courtesy Triumph Gallery, Moscow

AES+F, The Feast of Trimalchio, 2009, particolare, HD Video Installazione, 9 channels, sound, 19 minuti; Video (digital animation), courtesy Triumph Gallery, Moscow

Marina Abramovic, Virgin Warrior with Hearts, 2006, Chromogenic print, 125 x125 cm, courtesy Serge Le Borgne Gallery, Paris

Wim Delvoye, BLOW 1, 2001, Cibachrome on aluminium , 125 x 100 cm, courtesy Wim Delvoye

Almagul Menlibayeva, Exodus, 2009, Video, HD DVD, 11 min, courtesy Priska C. Juschka Fine Art, New York

Jaume Plensa, Glück Auf? – 2004, View of Jaume Plensa’s  exhibition “Is Art Something in Between?” at the Kunsthalle Mannheim, Germany, 2005, Photo Credit © Jurgen Diemer, ferro dimensioni variabili, courtesy Richard Gray Gallery, Chicago.

Angelo Bucarelli, Conditional/Unconditional Love, 2009, acciaio e bronzo, cm 300x300x63, courtesy Angelo Bucarelli