Mediamorfosi 2.0 Act_0.2. Contributo alle lingue dell’Arterità. Experiences and context designers… a cura di Gabriele Perretta
dal 29/01/2011 al 25/3/2011
SUDLAB Italia II Viale Melina, 4-6 80055 Portici (NA) tel. +39 081274763 mob. +39 3920853880 www.sudlab.com
Sono tre i fattori necessari per produrre valore culturale: responsabilità, supporto critico e capacità di coinvolgimento. Se a tutto questo ci aggiungiamo uno spazio di 500mq da fare invidia alle più autorevoli gallerie d’arte contemporanea ed enti culturali non solo italiani, ecco che prende il via il progetto artistico di SUDLAB Italia, centro di ricerca ad alto contenuto sperimentale e creativo, fortemente voluto dal suo fondatore, Antonio Perna, e affidato alle pratiche curatoriali, scientifiche e progettuali di Gabriele Perretta. Il via alla programmazione è stato dato il 30 giugno 2010 con la Preview del ciclo espositivo intitolato Mediamorfosi 2.0. Contributo alle lingue dell’arterità. Nel corso dell’anno il progetto si è sviluppato in maniera dinamica e laboratoriale, grazie alla realizzazione di seminari e webinair su tematiche quali: il cinema d’autore, la multimedialità e la comunicazione digitale, per giungere poi alla concretizzazione delle mostre Act_01 e Act_02, quest’ultima in corso nello spazio espositivo di Portici. Sebbene i tre eventi abbiano affiancato forme e linguaggi espressivi eterogenei, gli artisti invitati ad esporre sono accomunati, nei loro percorsi di ricerca, dall’utilizzo degli strumenti e dei codici propri dei mass media. Ma cosa si intende qui per Mediamorfosi? Senza citare gli innumerevoli studi sociali che si sono interessati all’impatto che i vecchi e nuovi strumenti di comunicazione hanno avuto sulla nostra vita individuale e collettiva, è indiscutibile affermare che i mass media condizionano da tempo i nostri comportamenti e le nostre idee, scandiscono il nostro quotidiano, fino a plasmare la nostra intera realtà. I media di differenti generazioni (radio, TV, cellulare e Internet) vengono, inoltre, sempre più interconnessi, fino a diventare strumenti multifunzionali e altamente tecnologici. Ecco che la “morfosi” che qui si vuole descrivere è duplice: da una parte c’è la nostra vita, completamente pervasa e modellata dai mass media, per cui possiamo parlare di una “mediamorfosi” diffusa; dall’altra parte ci sono gli strumenti di comunicazione, anch’essi costantemente interessati da un dinamico processo di “mediamorfosi” grazie ad una pluralità di funzioni sempre più integrate fra loro in un unico apparecchio. Se le trasformazioni fin qui analizzate ci sembrano ancora appartenere alla sfera delle scienze sociali e della comunicazione, in che modo gli artisti contemporanei recepiscono e interpretano queste “-morfosi”? Da questa domanda prende avvio il progetto espositivo del SUDLAB Italia, proponendo artisti che trovano nei media nuove vie di attuazione e nuove forme di espressione. Criticamente e scientificamente supportato dalla dottrina teorizzata da Perretta attraverso il “Medialismo”, il ciclo Mediamorfosi 2.0. Contributo alle lingue dell’arterità si presenta come un unicum progettuale dalla forte connotazione tecnologica e multimediale, aprendosi di volta in volta alle esperienze della video installazione, della fotografia digitale, della net e computer art, fino alle esperienze dei social designers. Ripercorrendo brevemente le tappe del ciclo espositivo, la Preview del giugno scorso combinava insieme matrici artistiche molto diverse tra loro, che andavano dai video proposti da Jeffrey Isaac, alle fotografie di Matteo Cremonesi, dalle elaborazioni digitali di Christian Rainer, alle nanotecnologie di Antonella Mazzoni, fino ai codici qr interpretati da Fabrice De Nola e alle installazioni di Rosaria Iazzetta e Giuliana Laportella. Nonostante ogni artista in mostra fosse portatore di ricerche e caratteristiche formali differenti tra loro, i loro lavori erano accomunati da un comune denominatore: la volontà di costruire un linguaggio unico, che permettesse la codifica delle informazioni provenienti dal sistema dei simboli convenzionali propri dei mass media. Quello che si prospetta, dunque, è un’operazione etica e sociale più che estetica, e cioè la creazione di un rapporto privilegiato tra opera e fruitore, tra significante e significato. In definitiva l’arte qui proposta ha la pretesa di fare da supporto critico, da verifica e da controllo alle opportunità illimitate di informazione, di comunicazione e di crescita culturale provenienti delle tecnologie mediatiche, che necessitano, inevitabilmente, di un uso responsabile e intelligente. Mediamorfosi 2.0 Act_01. Between the images, experiences and contexts…, la seconda mostra presentata negli spazi espositivi di SUDLAB a novembre 2010, abbandonava l’utilizzo ibrido e combinato di differenti media per offrire uno spaccato delle più recenti ricerche e sperimentazioni nel campo della video arte. Attraverso il partenariato tra il SUDLAB Italia e la galleria di New York WHITEBOX, sono stati presentati i lavori-video di giovani artisti internazionali come E. Burchill, A. Fontaine, C. Fürtler, R. Garet, M. Manetas, C. Irijalba e D. Ogbourne. È certamente da menzionare il lavoro presentato da Hans Peter Adamski, artista internazionale di spicco, conosciuto nel mondo dell’arte come pittore figurativo. Adamski è tornato in Italia dopo la mostra del ‘84 intitolata Città senza confine, curata da Perretta, e lo ha fatto, questa volta, nell’inedita veste di video-artista, a conferma del fatto che l’universo mediale è da considerarsi come parte fondante dei percorsi di ricerca odierni. Ma la morfosi non si interrompe e il terzo evento (Act_02 Experiences and context designers…), inaugurato il 29 gennaio 2011, si apre alle installazioni multimediali, ai video e alle opere ibride di designers, architetti, collettivi e sound designers. Grazie ad un allestimento ben studiato, che consente la fruizione simultanea dei lavori senza inficiarne una lettura più individuale e critica, la prima opera che cattura l’attenzione degli ospiti è la colorata e tecnologica installazione di Gianfranco Pulitano. Essa rappresenta un grande circuito elettronico realizzato a parete con tubi in plastica lungo i quali sono posizionati dei piccoli monitor digitali. Sui display, attraverso il linguaggio iconico tipico della segnaletica stradale, vengono rappresentate delle scale mobili, dei carrelli per la spesa e delle casse del supermercato. Attraverso un lessico semplice di matrice Pop ma dal forte impatto visivo, Pulitano descrive la realtà dei centri commerciali, considerati dei non-luoghi, privi cioè di qualsiasi referente identitario e culturale con i cittadini e spesso avulsi dai contesti di riferimento. Altro lavoro interessante è quello del duo Gr. Gr. (Gray rabel. Group receme.) composto da R. Bernini e G.A. Somazzi. Attraverso l’utilizzo di un doppio codice mediale, quello tradizionale su carta e quello digitale sul web, le artiste portano avanti la loro personale ricerca nel campo del social designer, attraverso la sensibilizzazione collettiva delle nefandezze etiche, ecologiche e sociali dei nostri tempi. Al SUDLAB viene infatti presentato un lavoro che descrive e denuncia la “Pacific Trash Vortex”, ossia “il gorgo di immondizia del Pacifico”, una vera e propria isola di spazzatura, di circa 2500 km di diametro, formatasi negli anni nell’Oceano Pacifico. Il collettivo AZ.Namusn.Art, costituito da R. Fadda e P. Pintadu, mira ad una rivoluzione dei rapporti tra l’arte e la società, la politica e l’economia. Attraverso la realizzazione di azioni d’arte collettiva (è il caso del lavoro E.OFF), essi mirano ad attirare l’attenzione dell’opinione pubblica attraverso l’utilizzo dei suoi stessi mezzi di comunicazione come, appunto, la documentazione video, al fine di denunciarne la strumentalizzazione e l’ipocrisia. Degna di nota è ancora la videoinstallazione proposta dagli architetti G. Chiarello e M. Pasian riuniti sotto il nome di OPLA+ (OPerative LAboratory + Art_Architecture). Il gruppo esplora diversi ambiti di ricerca con particolare riferimento all’architettura, al video e al paesaggio contemporaneo. L’opera presentata è una installazione site-specific sulla tematica del disboscamento e dell’architettura ecosostenibile. Anche grazie all’utilizzo del video, gli artisti creano un filo diretto con l’utente, che viene invitato ad interagire con l’opera. In definitiva la programmazione del SUDLAB Italia si presenta estremamente stimolante grazie ad uno studio scientifico costante che ha portato fin ora alla realizzazione di eventi mai ripetitivi tra loro. I giovani artisti invitati ad esporre, anche quando hanno rappresentato delle vere e proprie scommesse, hanno dimostrato grande qualità e professionalità, oltre ad una perfetta aderenza con l’apparato critico e curatoriale alla base di Mediamorfosi 2.0.

Dall’alto:

Particolare della sala espositiva del SUDLAB Italia

Gr. Gr., _PTV Bank the Garden Storytellers, Particolare dell’installazione, Stampa su carta

Derek Ogbourne, Struggle, Still da video

Fabrice de Nola, Radome, Fotografia digitale

Porka’s, L’ultimo giorno dell’ekomostro, Still da video

Gianfranco Pulitano, Shopocalypse#10 Bis spat, Installazione multimediale, Plexiglas, PVC, componenti elettroniche, video animazione

Matteo Cremonesi, SI HL. Michael Bitt fur uns, Fotografia digitale

Jeffrey Isaac, Europa, Still da video