Si è chiusa ieri, con la consegna dei consueti premi assegnati dal Comitato Consultivo, l’ottava edizione di Miart, l’annuale appuntamento fieristico milanese con l’Arte Contemporanea. Nonostante il cambio di gestione – quest’anno la responsabilità organizzativa e promozionale era affidata a Fiera Milano International – si registrano in realtà ben poche variazioni rispetto alla precedente edizione.
Sostanzialmente identico è infatti il numero degli espositori (216 in tutto, fra gallerie d’arte, riviste e pubblicazioni, fondazioni ed istituzioni legate all’arte contemporanea), fra i quali, anzi, si registra una minor partecipazione di galleristi stranieri (meno di una ventina, in questa edizione, e quasi tutti europei). Invariata è stata anche la suddivisione delle aree espositive, con la sezione di apertura Anteprima, dedicata alle gallerie che raccolgono artisti under 35 con opere ed installazioni di valore inferiore ai 5.500 Þ ed i consueti settori Moderno e Contemporaneo, che raccolgono rispettivamente le avanguardie storiche del ‘900 e gli ultimi sviluppi del contemporaneo.
Aumenta invece la presenza degli sponsor che, al di là di una certa invadenza, ha comunque consentito di aumentare il numero delle iniziative e degli eventi collaterali: in particolare, dalla collaborazione con Vogue Italia è nata la realizzazione di un numero speciale della rivista Permanent Food, chiamato per l’occasione Vogue Permanent Food, curata dall’ormai celebratissimo Cattelan, che ha selezionato una serie di pagine di Vogue scegliendole all’interno dei numeri della rivista pubblicati tra il 1988 ed il 2003.
Nell’area convegni si sono alternati invece nomi anche troppo noti della critica d’arte, come Achille Bonito Oliva, Francesco Bonami, chiamato a raccontare la “sua” 50esima Biennale, Giancarlo Politi e Luca Beatrice, che hanno presentato il nuovo Dizionario della Giovane Arte Italiana, realizzato proprio in occasione del Miart. Uno degli appuntamenti più interessanti, fra gli eventi collaterali, è stato il convegno La pelle e l’anima – I corpi dell’arte, organizzato da Alberto Fiz in collaborazione con l’ennesimo sponsor, che ha voluto raccontare il rapporto con il corpo e la fisicità attraverso varie discipline e varie esperienze, dal teatro (Franco Branciaroli ha letto la Suite per Bacon di Giovanni Testori), alla psicanalisi (con l’intervento di Aldo Carotenuto), alla pubblicità (ebbene sì, c’era anche Oliviero Toscani), oltre che naturalmente all’arte (grazie a Francesca Alfano Miglietti, critica e storica dell’arte da tempo concentrata sull’esperienze della Body Art).
Non sempre di alto livello è stata invece la qualità delle opere esposte nelle tre sezioni: se poche sorprese si attendevano dal settore Moderno, dove piccoli De Chirico si affiancavano a notevoli Castellani, nel padiglione Contemporaneo, accanto alla presenza ormai consolidata dei soliti noti (Tesi, Guida, Cecchini, Vezzoli, ecc) si sono viste però anche alcune sorprese, non tutte, purtroppo, positive. Infine, nella sezione Anteprima, che si conferma comunque come la più vivace e propositiva, si è assistito ad un leggero cambiamento di rotta rispetto a quanto si era visto nelle scorse edizioni: diminuisce infatti la presenza di video ed installazioni in favore di tecniche e media più tradizionali, fra i quali la preminenza, a conferma di una tendenza già in corso da qualche tempo, va decisamente alla pittura figurativa.
Per questa edizione i premi destinati ai giovani artisti e alle gallerie di sperimentazione sono stati assegnati dal Comitato Consultivo all’artista israeliano Yehudit Sasportas, in qualità di miglior artista emergente ed alla galleria Perugi Artecontemporanea di Padova per il progetto espositivo più rigoroso. Accanto alla galleria padovana hanno ricevuto una segnalazione speciale anche le gallerie Seno di Milano, per il lavoro di Maurizio Mochetti, Kewenig di Colonia, per l’installazione di Christian Boltanski e Pilar Parra di Madrid per il video di Tim White. Il premio speciale Monsieur – Roger Dubois, risultato della votazione operata dagli ospiti VIP sempre fra gli artisti del settore Anteprima, è stato destinato all’artista Roberto Coda Zabetta, presente negli stand sia della galleria Estro di Padova sia di Paolo Majorana di Brescia. Considerando che il premio consiste in un orologio (certo, del valore di diverse migliaia di euro) viene da chiedersi se, forse, per promuovere la giovane arte italiana non sarebbe meglio consegnare premi direttamente o in denaro o, meglio ancora, in facilitazioni espositive ed esperienze formative e di scambio internazionale?

Al di là di critiche e polemiche, tuttavia, e nonostante Miart non sia ancora aggiornata come Artefiera di Bologna o internazionale come Basilea, non si può comunque che valutare positivamente la forte preminenza data alla giovane arte all’interno della manifestazione milanese, ed augurarsi che questo spazio possa crescere ulteriormente, avvantaggiandosi anche del vasto e florido panorama galleristico del capoluogo lombardo.

Dall’alto:

Robert Longo, Superheroes: Artic Batman, 1998 C-print, cm 173 x 123 © Robert Longo / Courtesy LipanjePuntin – Trieste

Gianni Caravaggio, Cause, 2003, Ceramica, dimensioni variabili

Patrick Tuttofuoco, Velodream (Valentina), 2001,legno. Alluminio, plastica, tubolare metallico, cm. 135x322x116, Galleria Studio Guenzani

Un’immagine dello stand della Galleria 100Eventi di Milano con le opere di Sasportasù

Joseph Kosuth, Error of philosophers #7, 1991 (Our ultimate reason for gratitude towards art), Silkscreen on slate leaning on black steel shelf, cm 107×107. Courtesy Lia Rumma

Francesco Jodice, Las Vegas, 2002, Galleria Spazio Erasmus

Grazia Toderi, Random, 2001, Cibachrome, 120×150 cm, ed. 5