Giovedì 20 gennaio 2011, alle ore 18.30, il MLAC – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Sapienza Università di Roma, inaugura la mostra personale di Marcello Di Donato dal titolo Junkspace, a cura di Augusto Pieroni.

Le visioni di Marcello Di Donato sono una serie di immagini la cui somma è assai vicina a quello che l’architetto olandese Rem Koolhaas ha definito Junkspace Koolhaas R., Junkspace. Quodibet, Macerata 2006, uno spazio di attraversamento che resiste ad ogni volontà di forma o che viene dopo di essa. Le immagini al plurare, sono quindi un insieme che va colto al di là del singolo dettaglio e direi della singola foto che pure di questo attraversamento è parte essenziale, per il rapporto empatico che il fotografo ha vissuto con i diversi luoghi abitati. La stessa mostra diventa, pertanto, uno Junkspace.
Junk: alla lettera cianfrusaglie, rottami e macerie, perdita della forma e dei confini, quindi fluidità senza soluzione di continuità tra una cosa e l’altra, tra un luogo e l’altro, come già era chiaro nell’originale piccolo testo di Georg Simmel sulla Rovina, agli inizi del Novecento e delle avanguardie storiche, scritto a ridosso del suo saggio più famoso, La metropoli e la vita dello spirito, dove, tra l’altro, si soffermava proprio sullo “sviluppo lussureggiante della cultura oggettiva” a discapito della possibilità di governo autoritario del soggetto moderno. Un mondo di meccanismi e di cose, di situazioni e di apparizioni oggettive assai vicine, dal punto di vista dell’osservazione del fenomeno, più che delle conclusioni, alle riflessioni di Marx sul “carattere di feticcio della merce e il suo arcano” che trasforma la merce in una cosa sensibilmente sovrasensibile (Il Capitale), e al futuro sex appeal dell’inorganico di Walter Benjamin (Passagenwerk), passando per tutta l’avanguardia, in particolare dada e surrealista. A ben vedere le riflessioni di questi autori, sui processi culturali a loro contemporanei, sono espresse con metafore tutte inscritte nel dispositivo fotografico. Dispositivo che, in particolare nella fotografia di viaggio – come sono le visioni di Di Donato – rivela la sua natura antropologica di ricerca immersiva e partecipante nei luoghi fotografati.

Marcello Di Donato. Nato a Cava de’ Tirreni (SA) nel 1962, vive e lavora a Roma dove dirige la galleria Hybrida Contemporanea. Ha studiato Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. A metà degli anni ‘80, ha scelto di dedicarsi alla fotografia, in special modo alle sperimentazioni con le tecniche fotografiche della polaroid sx-70. Nel corso degli ultimi due decenni è stato costantemente invitato ad esporre il suo lavoro in numerose gallerie pubbliche e private. Ricordiamo la sua ultima mostra personale, Lager, alla galleria 91 mQ art project space di Berlino (1-18 novembre 2010).

PRINCIPALI MOSTRE: 2000, Frammenti dal sensuale, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma; 2010, “Il Paesaggio italiano in Fotografia 1950-2000” (a cura di Walter Liva), Sale espositive provinciali, Pordenone; 2010, Lager (a cura di Fabio Campagna), 91mQ, Berlin (D).
PRINCIPALI PUBBLICAZIONI: 2008, Vision Notes, MUSPAC (Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea), L’Aquila; 2008, Herculaneum, MAV (Museo Archelologico Virtuale), Ercolano (NA); 2010, “Il Paesaggio italiano in Fotografia 1950-2000” (catalogo della mostra collettiva), Sale espositive provinciali, Pordenone.
SITO UFFICIALE: www.marcellodidonato.it

La mostra resterà aperta dal 20 al 28 gennaio 2011.