Il 18 gennaio 2002 inaugura presso il MLAC – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea la mostra di Lucia Di Luciano Essenzialità/strutturazioni ritmiche, a cura di Simonetta Lux e Domenico Scudero.

Significativa rappresentante delle avanguardie artistiche degli anni ’60, Lucia di Luciano ripercorre il suo percorso artistico dalle Strutturazioni Ritmiche (1960-70) ai più recenti lavori del 2001, Essenzialità. Questo lavoro è l’evoluzione della ricerca razionale sull’espressione mentalmente organizzata avviata negli anni ’60. Dalle griglie bicrome, infatti, l’artista giunge alla specificità della ricerca sul colore-luce.
Lucia di Luciano ha fatto parte negli anni 60 del “Gruppo 63″ e del “Gruppo operativo R” fondando teoricamente il suo lavoro sulla Gestalt e sul linguaggio logico matematico.
I pattern della di Luciano si mostrano quale rigoroso risultato di varianti combinatorie, di segmenti ritmici che suggeriscono una poetica della ragione. Il modulo, scandito in unità cromatiche, in questa pittura, si struttura in una tessitura ortogonale che, pur nella sua risoluzione sistematica, assume via via una variazione timbrica e rende l’opera aperta.
Con questa mostra il Museo Laboratorio propone una rinnovata attenzione, critica e storica, sul problema dell’impianto logico della visione, facendo nuova luce su una realtà artistica contemporanea affrontata con metodologia scientifica.
La mostra che occuperà le due sale del MLAC propone opere che vanno dal 1960 sino al 2001, dalle opere bianco e nero modulari dei primi anni Sessanta sino agli ultimi lavori in cui i frammenti coloristici sono enfiati sino a divenire monocromi dalle grandi dimensioni. La grande installazione realizzata nella galleria del MLAC è stata concepita appositamente per lo spazio del museo laboratorio. La mostra nata da un progetto di studio di Simonetta Lux e Domenico Scudero sottolinea l’importanza e l’attualità dell’arte programmata e cinetica e vuole indicare anche una nuova possibile lettura di un fenomeno molto spesso sottovalutato dalla critica e dalla storia della contemporaneità.

La mostra resterà aperta dal 18 gennaio al 5 febbraio 2002.

 

Essenzialità/Strutturazioni ritmiche

di Emilia Jacobacci

Presentare l’opera di Lucia di Luciano significa necessariamente costruire un percorso retrospettivo, percorrere un cammino a ritroso che dai lavori contemporanei riporta, con lucida continuità, alla ricerca storica degli anni 60.
Eppure Essenzialità non costituisce semplicemente un’ operazione di riconsiderazione e riflessione sull’arte programmata, di cui Lucia di Luciano è stata significativa rappresentante, ma, con la scelta di esporre le opere più recenti, mette l’accento sul valore che i risultati di questa ricerca assumono nell’attualità gettando uno sguardo in prospettiva nella realtà contemporanea.
La mostra è articolata in due sezioni che sono espressione unitaria di una stessa ricerca sviluppata negli anni: dalle opere bicrome degli anni ’60 della sala inferiore l’artista giunge a realizzare nel 2001 le opere monocrome di grandi dimensioni della sala superiore.
Apparentemente distanti nei risultati estetici, queste diverse fasi del lavoro di Lucia di Luciano, all’interno della sua ricerca assumono invece straordinaria coerenza: in entrambi i casi l’arte è pensata come indagine conoscitiva sorretta e strutturata da una modalità operativa mentalmente organizzata.
Nelle opere degli anni 60 l’artista si serve dell’elemento modulare bicromo come struttura segnica elementare e mette in opera il funzionamento del sistema logico-razionale in un’esperienza percettiva. I pattern, concepiti rigorosamente in base ai meccanismi preconoscitivi del pensiero, sono dimostrazione estetica della ratio logica nella sua processualità operativa e chiamano in causa un diverso ruolo e una diversa funzione non solo per l’artista e l’opera d’arte ma anche per il fruitore : alla base di questa operazione, c’è una concezione dell’arte come poetica razionale, come indagine conoscitiva i cui risultati possano essere messi al servizio del recupero del valore della visione e, in connessione con tutti gli altri campi del sapere, contributo al progresso intellettuale.
Se l’esperienza collettiva del “Gruppo 63” e del “Gruppo R”, a cui si rifà l’origine di questi lavori bicromi, si va esaurendo con la fine della ragione storica delle avanguardie, Lucia di Luciano porta avanti questa ricerca individualmente oltre la metà degli anni settanta, quando si applica allo studio del colore-luce.
Anche lo studio cromatico è affrontato con l’approccio metodologico razionale che da sempre motiva e sorregge l’operare di Lucia di Luciano: il positivo/negativo delle sue griglie si apre dapprima all’indagine dei soli complementari e poi a tutte le tinte e luminosità verificando l’operatività delle miscele ottiche, dei rapporti timbrici, degli equilibranti cromatici.
L’incontro con l’elemento cromatico d’ora in poi condurrà il ritmo serrato della prima ricerca tissurata in bianco e nero attraverso una progressiva apertura e rarefazione fino all’essenzialità dei monocromi attuali.
Si giunge così alla possibilità di seguire un percorso che conduce lo spettatore all’impatto con l’installazione concepita per la sala superiore.
La serie di pannelli monocromi in successione dei Gradienti si snoda lungo la parete curva in una progressione cromatica che da diverse gradi di giallo attraversa i blu e giunge a stemperarsi in toni rosati. Lo spettatore è condotto da una tinta all’altra in una sequenza che appare senza soluzione di continuità e che pure determina un andamento percettivo complesso basato sulle leggi che regolano i rapporti cromatici all’interno di una sequenza. Lucia di Luciano dimostra qui, con la rigorosa metodologia operativa di sempre, i risultati degli studi sulla percezione cromatica e sulle sistematiche del colore che, a partire dalla scoperta delle teorie di A.H. Munsell alla fine degli anni sessanta, prosegue ancora oggi.
Questi monocromi, scevri da suggestioni emotive, costituiscono perciò l’estrema sintesi dei rapporti modulari del colore-luce, in cui, al di là di ogni definizione formale, la razionalizzazione del colore sconfina nella più assoluta astrazione.
Ė un lavoro, questo, che si sviluppa negli anni proprio nel senso di una progressiva essenzialità: attraverso la razionalizzazione del colore e della luce, le griglie lasciano via via spazio a pause percettive fino alla nitidezza dei recenti Spazi di Luce o al dialogo sommesso dei bianchi di Leggerezza.
Immutata negli anni, la poetica di Lucia di Luciano si basa sullo stesso assunto di sempre: che l’arte sia ricerca estetica e che la ricerca estetica contribuisca ad un democratico progresso conoscitivo ed intellettuale. Sulla portata e sul valore di una simile etica del fare arte, di fronte a tanta odierna superproduzione del ridondante, l’esposizione, così com’è concepita al MLAC, richiama l’attenzione e offre motivo di attenta riflessione.

 


Lucia Di Luciano, veduta della installazione presso il MLAC, gennaio 2002