Il 28 dicembre 2004 la galleria Sala1 di Roma ha ospitato l’inaugurazione della mostra, ma soprattutto il concorso di net-art, NETIZENS II – la libertà del post-mediale. L’organizzazione è stata affidata al gruppo Gapper Snipper, che formatosi da un anno si occupa di arte contemporanea e musica indipendente, in collaborazione con la curatrice della galleria Antonella Pisilli (ideatrice del dell’evento) e grazie al finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Programma Gioventù).

La mostra

L’inaugurazione della mostra, un passaggio obbligato per comprendere a pieno la dimensione del concorso, ha visto i lavori di sei artisti provenienti da zone diverse del globo, attivi da anni nel campo delle arti che utilizzano i nuovi media. Le opere sono state scelte da Yael Kanarek (vincitrice del concorso Netizens I) e Sylvie Parent. Le due curatrici hanno agito nella selezione dei lavori secondo modalità differenti ma tutte e due hanno cercato in ogni creazione elementi di critica provocazione e libera manipolazione dei mezzi e delle strategie di comunicazione, in accordo con il tema dell’evento: la libertà del post-mediale. L’idea espositiva è stata quella di proporre all’interno della galleria un percorso fra le pagine più rappresentative dei siti in questione. Lo spettatore entra con il proprio corpo nel contenitore, in questo caso la galleria e non più il computer, che custodisce delle istantanee di questi mondi virtuali impressionate su pannelli di dimensioni tre metri per due. Alla fine del percorso il visitatore interagisce con l’esposizione sfogliando, mediante l’utilizzo di una tastiera, il resto dei siti che vengono proiettati in fondo alla stanza.
Il lavoro proposto da Sylvie Parent, Neverendingstories, è opera dell’artista francese Yan Breuleux, specializzata in video arte che conta diverse collaborazioni con musicisti e performance. Navigando all’interno del sistema, con il supporto della tastiera, lo spettatore dà un input a delle icone che popolano tutta una serie di visualizzazioni sequenziali, costituendo così un tema narrativo. Egli interagisce con l’opera diventando il maestro che compone la propria storia, manipolando gli elementi a sua disposizione, collegandoli l’uno all’altro come se si trattasse di frasi. Il visitatore crea un volto dell’epoca che stiamo vivendo facendone riemergere le preoccupazioni come gli sviluppi del dominio della genetica, del disequilibrio ecologico, dei conflitti geopolitici, del mondo consumistico, dell’industria del divertimento, dell’evoluzione delle nuove tecnologie. Per l’intermediazione di questi differenti quadri intercambiabili l’opera propone una visione critica del mondo Occidentale e dei valori capitalisti che esso impone. Il progetto ha ottenuto la menzione d’onore al prestigioso Prix ars Electronica (1998) e una nomination nella categoria miglior video dell’anno al Rendez-vous du cinema québécois (1999). URL www.neverindingstories.org.
I cinque lavori scelti da Yael Kanarek hanno la prerogativa di ispirarsi ad opere di artisti affermati, legate al mondo della fotografia, della video arte e del cinema, opere che si trovano sui manuali.
Peter Horvath, artista che lavora con la fotografia, il video e le nuove tecnologie da molti anni, aperto da sempre a nuove contaminazioni e sperimentazioni, espone Intervals. L’opera si sviluppa attraverso una carrellata di net film, una sequenza di filmati frammentari, montati in maniera da sembrare casuale, ma che mirano ad una analisi profonda dei protagonisti. Utilizza la finestra del browser come strumento per rompere lo schermo tradizionale, trasformandolo in coreografiche finestre multiple. Viaggiando attraverso un paesaggio indefinito appaiono all’osservatore le immagini riflesse di quattro figure animate. Questi filmati sono dei ritratti che descrivono l’intimità dei personaggi. Racconti che parlano di un’innocenza perduta, della paura nell’ignoto, di strani rituali mascolini e dei misteri dell’amore. “Qui l’identità subisce distorsioni attraverso alter ego filmici che mimano la loro memoria” (Peter Horvath). Intervals è una commissione del 2004 del New Radio and Performing Arts, (aka Ether-Ore) per il sito web Turbulence. È stato realizzato grazie ai fondi del National Endowment for the Arts. URL http://turbulence.org/Works/horvath/.
David Crawford ha studiato cinema, video e nuove tecnologie al Massachussets College of Art, la sua carriera è segnata da una serie di premi e riconoscimenti nel campo dell’arte che utilizza i nuovi media. In SMS13 crea scene inquiete, ma vive, unificando casualmente con il computer, singole inquadrature prese da una serie di video realizzati in momenti distanti fra loro. Protagonista di queste immagini è la metropolitana, che l’artista descrive con un remix di filmati, la maggior parte dei quali prodotti in origine per precedenti istallazioni a Londra, Boston, New York e Tokyo. Attraverso queste combinazioni crea una struttura modulare in ciascuna istallazione,fornendo una raccolta di blocchi costruttivi, concatenati successivamente in una animazione lineare di cinque minuti circa. SMS13 è anche questa una commissione del 2004 del New Radio and Performing Arts, per il sito di Turbulence, reso possibile dalla LEF Foundation. URL www.turbulence.org/studios/crawford/sms13.
Five Small Videos About Interruption And Disappearing è un opera del gruppo MTAA, (M. River & T. Whid Art Associates) gruppo di Brooklyn fondato nel 1996 che si occupa di net-art e arte concettuale. I video che utilizzano si ispirano alle prime performance di Bruce Nauman e Vito Acconci, caratterizzate da gesti ripetitivi e da azioni semplici, quotidiane. In questo progetto, gli artisti utilizzano l’interattività per dare allo spettatore il ruolo di collaboratore diretto nella costruzione del lavoro. L’opera è stata commissionata dall’Alternative Museum of New York City. URLs www.mteww.com/five_small_videos/ www.alternativemuseum.org/exh/riverwhid.html
Portal, è una collaborazione tra la danzatrice/cineasta Yael Kanarek e Evann Siebens. La prima si è distinta nel campo dell’arte contemporanea e delle nuove tecnologie con il progetto World of Awe (http://www.worldofawe.net www.worldofawe.net) iniziato nel 1995, lavoro che ha vinto anche la prima edizione di Netizens; la seconda è una dance filmmaker, che conta diverse collaborazioni sempre nel campo della danza e dell’arte contemporanea. In questo progetto, presente alla rassegna, definiscono un rapporto tra mondi realistici e mondi immaginari, rapporto che analizzano da tempo. Il lavoro è contaminato dalla tradizione della video-danza ed esteticamente tende ad avvicinarsi ad una sorta di “fantasia post-apocalittica” ma soprattutto al cinema e ai videogiochi di fantascienza. Portal trasforma lo schermo del computer in una barriera invisibile tra il protagonista e lo spettatore, sollecitando fortemente un contatto tra i due. URL http:/turbulence.org/Works/yael/
Perfect Victoria (di Victoria Defiled) è realizzato dal gruppo di Seoul (Korea) YOUNG-HAE CHANG HEAVY INDUSTRIES (www.yhchang.com), di Young-hae Chang, C.E.O., e Marc Voge, C.I.O. Il lavoro mescola testi, parti recitate e musica jazz, evocando la tradizione della poesia sonora che ebbe inizio con la Beat Generation. Ma è la performance “La tigre” di William Blake, eseguita da Allen Ginsberg che cantava e suonava lo squeezebox, la fonte di maggiore ispirazione. In questa opera la voce di Victoria, la protagonista, è sintetizzata col sistema operativo Macintosh dei primi anni ’90. In una e-mail gli artisti raccontano: “Abbiamo pensato che sarebbe divertente creare una sorta di “doppelganger” (sic) – non esattamente un corpo, ma un controfigura software come portavoce. Victoria non è altro che gli stessi YOUNG-HAE CHANG HEAVY INDUSTRIES.”

Il concorso

Il 16 Gennaio 2005, sempre nei locali della galleria Sala1, ex chiesa distrutta da un incendio e ricostruita secondo il progetto originario, è stata organizzata una serata di musica ed arte finalizzata ad ufficializzare l’apertura del concorso di net-art Netizens II, la libertà del post mediale. La serata ha avuto successo, soprattutto tra i giovani che si sono dimostrati sensibili e particolarmente attenti alle novità che propone il mondo dell’arte multimediale e della musica elettronica. Il concorso, nella sua seconda edizione, era aperto a tutti i giovani artisti, italiani e stranieri, che utilizzano il web in maniera creativa. Il web visto quindi come strumento d’espressione e di comunicazione che più caratterizza l’inizio del nuovo millennio, estremamente libero, che mette a disposizione infinite combinazioni. L’iscrizione al concorso era on-line, vi si accedeva compilando una scheda riassuntiva sulle esperienze del candidato e sul lavoro che voleva sottoporre all’attenzione della giuria, composta da Yael Kanarek, Sylvie Parent, Elena Giulia Rossi e Valentina Tanni.
Tra tutti i lavori pervenuti gli esperti hanno segnalato come miglior opera {Software} Structures http://artport.whitney.org/commissions/softwarestructures/ dell’americano C.E.B. Reas, sito realizzato in collaborazione con Jared Tarbell, Robert Hodgin, e William Ngan.
Il concorso si è chiuso il 18 giugno 2005 a Viterbo, presso la Chiesa di Santa Maria della Salute, con una mostra riassuntiva e la cerimonia di premiazione. C.E.B. Reas nel 2006 (la data precisa è ancora da concordare, anche in base ai molti impegni dell’artista) verrà ospitato dalla galleria Sala1 con l’intenzione di allestire una mostra, per la prima volta in Italia, sull’opera che ha vinto questa edizione di Netizens.