Martedì 6 ottobre alle ore 19.00 il MLAC, Museo Laboratorio di Arte Contemporanea della Sapienza, inaugura la mostra Seeing and Knowing: the naturalization of vision di Marco Mazzi, a cura di Lorenzo Carlucci.

La mostra presenta tre film: Cycle of Judah videotapes, Tokyo Gnosis e Convalescence. Cycle of Judah videotapes è l’esito di un lungo lavoro iniziato come riscrittura per immagini del poemetto Ciclo di Giuda di Lorenzo Carlucci. Il risultato è una narrazione epurata che ci porta da una stamperia a una pista d’atterraggio, seguendo i gesti e gli sguardi di interlocutori silenziosi. Tokyo Gnosis è un documentario girato a Tokyo, in gran parte presso lo Yoyogi Park. La macchina è ferma e ritrae i frequentatori del parco, gruppi di giovani, famiglie, coppie di amanti, e altre scene cittadine. Convalescence (fotografia di Diego Cossentino) è un breve lavoro ispirato al testo Sonno nel prato di Lorenzo Carlucci. A differenza dei primi due è un lavoro con attori e sceneggiatura in cui si mostra un gruppo di giovani amici che discorre in un prato.

Il lavoro visivo di Marco Mazzi è teso a superare le barriere tra fotografia, installazione, film d’arte e film d’autore. Mazzi lavora di preferenza con soggetti casuali e inconsapevoli, filmando dal vivo, ma senza che ciò comporti un abbandono della composizione. La composizione avviene in tempo reale. È una composizione i cui elementi sono i dati del mondo, indipendenti dalla intenzionalità dell’autore. È una composizione che esplora il confine tra il vedere e il conoscere, tra la struttura (naturale) della percezione visiva e la struttura (culturale) del pensiero. L’oggetto dell’obiettivo di Mazzi non è uno “stato di cose” delimitato nel tempo e nello spazio, ma il “mondo come totalità” quale ci è dato nell’immediatezza della visione cosciente.
Nei lavori presentati in questa mostra Mazzi declina il suo originale “realismo trascendentale” nel senso di una “naturalizzazione” dello sguardo artistico. Mazzi offre immagini in cui si possano specchiare lo sguardo dell’artista e quello dello spettatore, entrambi resi capaci di attingere al mondo. La scommessa di Mazzi è di produrre l’intima tensione dell’individuo davanti al mondo come totalità dinamica e sintetica offerta (d)allo sguardo e (d)alla coscienza.

Marco Mazzi (Firenze, 1980) vive e lavora a Firenze e Tokyo. Ha esposto presso il Watari Museum of Contemporary Art di Tokyo, la Galleria Marella (Beijing) e la Galleria Daniele Ugolini (Firenze).

L’evento fa parte del ciclo espositivo del MLAC diretto da Simonetta Lux e curato da Domenico Scudero, realizzato con il contributo della Regione Lazio per la ricerca “Applicazione nuove tecnologie multimediali arte contemporanea” e con il sostegno della Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università La Sapienza.
Si ringrazia: Laura Bandelloni, Silvia Bandelloni, Irene Barbugli, Umberto D’Arcangelo, Pietro Gagliano’, Yuki Ichihashi, Rina Iwabuchi, Michiyo Miyake, Nanae, Olya Pavlenko, Jacopo Ricciardi, Coney Shun , Kaneko You.

La mostra resterà aperta dal 6 al 28 ottobre 2009.