Il 27 gennaio 2004 negli spazi del Museo Laboratorio d’Arte Contemporanea, Università degli Studi di Roma La Sapienza, sarà inaugurata la mostra su Rudolf Steiner e con opere di Josef Beuys, Luigi Ontani, Achille Perilli, Iliy Soskic, Ikeda Uemon per la cura di Walter Kugler e Simonetta Lux, con la collaborazione di Francesca Rachele Oppedisano.

I 50 “disegni alla lavagna” (Wandtafelzeichnungen, gesso colorato su cartoncino nero) di Rudolf Steiner, filosofo austriaco conosciuto come fondatore dell’Antroposofia e architetto, scelti per l’occasione tra i 1100 realizzati durante le conferenze tenute a Dornach (Svizzera) tra il 1919 e il 1924, illustrano le sue teorie sulla scienza, la filosofia, la politica, la medicina, l’arte, l’architettura e l’agricoltura. Rimossi e relegati per quasi settant’anni in una sorta di “provincia pedagogica” dagli allievi di Steiner, i cartoni, alcuni dei quali esposti per la prima volta da Assja Turgenieff nel 1958 a Dornach e una seconda nel 1961 presso il Museum Strauhof di Zurigo dal 1989, sono pubblicati nel quadro generale dell’opera omnia di Steiner. Solo dal 1992, grazie all’interessamento di due allievi di Joseph Beuys, Johannes Stÿttgen e Walter Dahn, e al supporto tecnico e teorico di Walter Kugler, direttore dell’archivio Steiner a Dornach, i disegni sono esposti nei maggiori musei del mondo (Austria, Finlandia, Germania, Giappone, Stati Uniti, Sud America, Svezia, Svizzera) e in aree di risonanza culturale a livello universitario come l’Art Museum della Berkeley University of California. In Italia i disegni sono presentati per la prima volta nel 1995, con il patrocinio della Biennale di Venezia, presso l’Associazione Culturale Italo -Tedesca.

Attraverso l’analisi dei “disegni alla lavagna” Steiner si svela allo sguardo e al pensiero, sottraendosi a qualsiasi riduzionismo, all’interno di un ordine ipotattico e metastorico, rappresentando tutto il portato culturale che ha agito e re-agito all’eterna dicotomia fra arte e scienza, romanticismo e positivismo. Parola e immagine, appartenendo ad un comune piano di metaforicità, si manifestano in una “formazione eterogenea” che eccede lo stesso soggetto discorsivo e nell’eccesso produce, nel segno di un’immagine, l’eventualità di un’opera d’arte.

Il MLAC propone, accanto al lavoro di Rudolf Steiner, una scelta di opere di artisti contemporanei nell’intento di tracciare una rete possibile di rapporti elettivi all’interno di un rigoroso percorso ontologico – ermeneutico non dimenticando certo l’apporto di Steiner alle avanguardie storiche del primo Novecento (Kandinsky, Mondrian etc.). Da Joseph Beuys, primo artista della nuova avanguardia ad essersi interessato alle teorie sociali e politiche di Rudolf Steiner, sino a Josef Beuys, Luigi Ontani, Achille Perilli, Iliy Soskic, Ikeda Uemon.

In occasione dell’evento inaugurale della mostra alla presenza del maestro compositore Luca Lombardi saranno eseguiti, presso lo stesso Museo Laboratorio, tre concerti dal titolo Gruss (1994) per violoncello, Essay 3 (“Steiner”) (2003) per violoncello, prima esecuzione assoluta, Flatus (1997-99) per flauto -(da: Infra) per flauto in sol – (da: Lucrezio) per flauto basso – Ro’ per ottavino, flauto in do, flauto in sol e flauto basso. Leonard Elschenbroich -violoncello, Roberto Fabbriciani- flauto.

La mostra è realizzata nella programmazione del Museo Laboratorio con il contributo della Regione Lazio per le ricerche “Applicazione nuove tecnologie multimediali all’arte contemporanea”, nell’ambito del Dottorato di Ricerca “Arte di Confine”, e dei relativi corsi sperimentali di Stage/Master in Cura Critica ed Installazione Museale, voluti dal direttore del Museo Simonetta Lux e realizzati del curatore del MLAC Domenico Scudero.

La mostra resterà aperta dal 27 gennaio al 27 febbraio 2004.

SIMPOSIO
ARTE E SCIENZA

“Il contromovimento: l’arte”

Venerdì  27 febbraio ore 15:00 – 20:00

Il 27 gennaio negli spazi del Museo Laboratorio di arte contemporanea dell’Università di Roma “La Sapienza” è stata inaugurata la mostra Das Auge sieht nicht, l’occhio non vede. L’esposizione ha presentato accanto ai 50 “disegni alla lavagna” di Rudolf Steiner una scelta di opere di artisti contemporanei, Josef Beuys, Luigi Ontani, Achille Perilli, Ilija Soskic, Ikeda Uemon, nell’intento di tracciare una rete possibile di rapporti elettivi all’interno di un rigoroso percorso ontologico -ermeneutico. Da tale confronto è nata l’esigenza di questa tavola rotonda in programma presso il Museo Laboratorio venerdì 27 febbraio dalla ore 15.00 alle 20.00.

I “disegni alla lavagna” non nascono nell’intenzione del loro autore come “opere d’arte” ma come segni di pensiero (“Denkzeichen”): rappresentano la possibilità di articolare “un’arte dopo i termini” che, al di là delle categorie artistiche e dei vocaboli storicizzati, si offre come “eventualità del sapere”. Il discorso in atto nelle conferenze appare anch’esso come l’eventualità di una filosofia pratica, di un idealismo concreto. Steiner occupandosi di conoscenza, vita sociale e volontà di sapere si è rivolto al pensiero filosofico e scientifico per ribaltare le categorie estetiche del bello e dell’idea per “vedere la scienza con l’ottica dell’artista e l’arte con quella della vita”, superando d’un solo colpo la dicotomia tra la scienza e ciò che pertiene all’operare artistico: l’arte come vettore di conoscenza e la scienza assunta come metodo conoscitivo.

Si tratta di una pensiero che, coinvolgendo operativamente la moderna critica d’arte e necessariamente gli ambiti umanistici e scientifici, intende capovolgere i consueti canoni estetici passando attivamente dall’ambito riflessivo a quello attivo, dalla parte degli artisti, dalla parte di un’estetica “al maschile” intesa in senso nietzschiano. A partire da questo orizzonte di senso, s’intendono valicare i consueti confini disciplinari dando voce agli artisti ai filosofi e agli scienziati coinvolti nel dibattito.

Molti sono stati gli intellettuali e gli artisti che, occasionalmente o con continuità, hanno trovato nelle modalità espressive del pensiero elaborato da Steiner motivo di sosta. L’eterogeneità dei contenuti teorici elaborati nel segno dell’Antroposofia immette il filosofo austriaco nel circolo di quei ma ”tres a pensŽe” in grado di alimentare il libero esercizio del “domandare”. Torna quindi attuale l’esigenza di un confronto con ciò che tale pensiero implica d’inarticolato nel tentativo di determinare nuove possibili connessioni proprio all’interno di ciò che sfugge e resta, forse necessariamente, opaco.

Interverranno: Walter Kugler, Direttore del Rudolf Steiner Archiv, Dornach Svizzera; Simonetta Lux direttore del MLAC; Veit Loers, storico dell’arte, già direttore del Museo Abteiberg di Mšnchengladbach, adesso direttore del museo Fridericianum e di Dokumenta a Kassel; Wolfgang Zumdick, storico dell’arte e filosofo; Lucia Latour, coreografa, gruppo “Altro”, docente presso l’Università La Sapienza Roma 1 e Roma 3; Vittorio Leti Messina, architetto; Francesca Rachele Oppedisano, dottoranda di ricerca; Dragika Soskic Cacic, critica e politologa dell’arte; Uemon Ikeda, arista; Ilija Soskic, artista. Testimonianza scritta di Harald Szeemann.